Ue: «Italia doveva allineare l’Iva. Se al 10% o al 20% è scelta del governo». Nel filmato si elencano i prodotti che godono dell’Iva agevolata: dai libri alle uova di struzzo
Un frame del nuovo spot |
ROMA – Da stamattina un nuovo promo informativo ha preso il posto di quello mandato in onda negli ultimi giorni sui canali Sky. Il video, in due versioni, della durata di 30 e di 15 secondi, si apre con una serie di scritte che vanno a sovrapporsi e che mostrano una lista di prodotti che godono dell’Iva agevolata al 10%. Tra gli altri, francobolli, marionette, uova di struzzo, prodotti petroliferi, manifestazioni sportive, libri, tabacchi grezzi.
LA RICOSTRUZIONE – Il video ricostruisce anche brevemente la vicenda dell’Iva agevolata applicata alla pay tv, confutando indirettamente la tesi di esponenti del governo che sia stata introdotta dalla sinistra per favorire Sky, e si chiude con l’invito: «Se credete che la decisione di raddoppiare l’Iva sul vostro abbonamento Sky sia sbagliata scrivete una mail a portavoce@tesoro.it». Un appello al «bombing» che sembra avere avuto successo, come era stato la volta precedente: in due ore sono arrivate al Tesoro circa 500 mail e il flusso è in continua crescita.
MONITO DALLA UE – Dalla Ue arriva una precisazione sul caso: «Se le autorità italiane avessero insistito nel non cambiare le aliquote Iva sulla tv a pagamento – ha fatto sapere Maria Assimakopoulou, portavoce del Commissario Ue alla Fiscalità Laszlo Kovacs – la commissione Ue avrebbe dovuto aprire una procedura di infrazione. Ma nel momento in cui le autorità italiane informano di avervi riposto rimedio con decisioni adeguate, il caso è chiuso». La portavoce ha ricordato che Bruxelles, in seguito a un reclamo ricevuto nell’aprile 2007, ha inviato una lettera all’Italia per porre in rilievo il tasso diverso di Iva, in alcuni casi al 10%, in altri al 20%. «Nella direttiva Ue sull’Iva c’è un allegato che dice che si può applicare un’aliquota ridotta per le tv satellitari, ma devono essere applicate le stesse aliquote per gli stessi tipi di servizi. L’aliquota andava perciò resa uguale per tutti. Quindi il governo italiano doveva decidere se tutti al 10% o tutti al 20%: è il Paese che decide». Roma aveva dunque riconosciuto, ha proseguito, che «tale differenziazione dell’aliquota non era in linea con le norme Ue e si era impegnata ad allinearlo». Il governo Berlusconi l’ha allineata al rialzo ma poteva, come evidenzia l’Ue, prendere la decisione opposta e allinearla al ribasso. La portavoce a chi chiedeva chi avesse presentato il reclamo all’Ue in seguito al quale è stato aperto il dossier, non ha voluto rispondere: «Non possiamo dire chi ha presentato il ricorso». Fonti Ue concordanti riferiscono che l’esposto è stato presentato da Mediaset.
«IMPOSSIBILE ABBASSARE IVA AL 10%» – Paolo Romani, sottosegretario alle Comunicazioni, dopo la precisazione Ue ha affermato: «Abbassare l’Iva al 10% sia per le pay tv sia per le pay per view farebbe mancare circa 220 milioni di euro. In questo periodo di crisi siamo alla ricerca di risorse, andiamo a verificare se ci sono piccole o grandi sacche di privilegio. E l’aliquota di Sky era una piccola sacca di privilegio».
REPLICA BERLUSCONI – Sulla questione è tornato anche il premier Silvio Berlusconi, spiegando che il provvedimento del ministro delle Finanze ha risposto solamente a «una precisa disposizione dell’Unione Europea. Il modo in cui la sinistra e i giornali mi attaccano rappresenta bene il comportamento di questi signori nei confronti miei e del governo. Non conoscevo assolutamente il provvedimento Ue e invece attaccano me. Non c’è nessun conflitto di interessi. Invece ho visto che mi si attacca con titoli del tipo ‘Berlusconi contro Sky’».