Colloquio con il fondatore di Microsoft: «Gli investimenti in scienza e tecnologia danno sempre dividendi formidabili», «È una cosa molto giusta. Il governo dovrà spendere»
Bill Gates |
«Le azioni della futura amministrazione saranno un autoritratto della società americana, mostreranno i nostri valori e la nostra volontà di investire nel futuro», spiega Gates, che definisce «essenziale» l’approvazione del piano di investimenti preparato dal presidente-eletto per rilanciare l’economia e creare nuovi posti di lavoro. «Il governo federale deve farsi avanti, la spesa pubblica non ha alternative». La voce un po’ chioccia, l’aria da eterno ragazzo geniale, la passione di sempre quando parla degli argomenti che gli stanno più a cuore, il padre di Windows mette soprattutto l’accento sulle opportunità offerte dalla pegggior crisi degli ultimi cento anni: «C’è sempre il rischio in una recessione di togliere lo sguardo dal futuro, la tentazione di sacrificare investimenti a lungo termine per guadagni immediati. A mio parere bisogna perseguire entrambi. Obama ha detto che vuole anche gettare le basi per una crescita sana e sostenibile nel tempo. Sono del tutto d’accordo». Ma quali sono, gli chiediamo, i settori nei quali a suo avviso bisognerebbe investire a lungo termine? «Ci sono due tipi d’investimento, che danno dividendi formidabili. Quelli nella scienza e nelle tecnologie, che ci procureranno gli strumenti necessari a risolvere i nostri problemi più gravi, come la sanità, l’educazione, l’energia. E quelli per lottare contro le diseguaglianze. Parlo di investimenti in favore degli studenti meno abbienti o parte di minoranze. Ma anche degli aiuti mirati allo sviluppo, per migliorare l’agricoltura, prevenire malattie, promuovere la crescita nei Paesi più poveri del mondo. Sviluppare il talento dei giovani, alleviare la povertà sulla Terra, fare medicina preventiva è sempre buon investimento, quale che sia lo stato del bilancio».
Attenzione, però, avverte Gates. L’impatto di queste spese «va continuamente valutato, bisogna essere sicuri che stiamo ottenendo il massimo da ogni dollaro investito». E’ quello che il guru di Seattle chiama «smart spending», spesa intelligente. Gates indica a modello l’attività della sua Fondazione, una delle poche ad aver pianificato un aumento di risorse e programmi anche per il prossimo futuro: «Il nostro lavoro nelle scuole dimostra che anche i giovani più vulnerabili e svantaggiati possono avere successo se hanno il giusto sostegno a scuola». Citando decine di esempi concreti, Gates invita «il governo a fare la differenza», spendendo di più nell’istruzione e «diventando agente della riforma» per «far si che il Paese esca dalla crisi, meglio di come ci sia entrato». Ma l’America, secondo uno dei suoi figli più fortunati, dev’ essere generosa anche all’esterno, «non tanto per avanzare la propria reputazione, quanto per migliorare la vita di milioni di persone nel mondo». L’obiettivo indicato da Barack Obama, di raddoppiare fino a 50 miliardi di dollari l’aiuto allo sviluppo entro il 2012 «è straordinario e va sostenuto, specialmente di fronte alla crisi finanziaria». L’iniquità è disastrosa «non solo perché lascia i popoli nella miseria, ma perché spreca potenziale umano ed elimina la migliore chance di una società di risolvere da sola i suoi problemi».