Intervista Il capo della squadra corse disegna presente e futuro della Rossa Domenicali: «Anche noi dovremo ridurre i costi Ma i tifosi stiano tranquilli, saremo protagonisti»
MARANELLO (Modena) — Stefano Domenicali, team principal della Ferrari, grande capo della Rossa, non è uomo dai toni alti, dai colori forti, nonostante la sua vita vada a 300 all’ora. Non potrebbe essere altrimenti considerata una giornata di lavoro che inizia alle 8 e finisce alle dieci di sera quando va bene, spesa tra riunioni, incontri con i tecnici, un rapporto quotidiano e costante con Montezemolo, il presidente che l’ha promosso a direttore d’orchestra, senza dimenticare però di dare attenzione al più giovane meccanico bisognoso magari di consigli, senza scordarsi di essere riconoscente, qualità rara, al suo predecessore, Jean Todt. È lo stesso Domenicali a dettare la sua linea di condotta: «Io mi sento di essere, e voglio essere, protagonista della storia della Ferrari, ma intendo fuggire da qualsiasi mania di protagonismo».
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La Ferrari al motor show di Bologna |
I tifosi della Ferrari possono stare comunque tranquilli? «Sì, possono stare tranquilli sul fatto che la Ferrari continuerà ad essere protagonista: correre fa parte del nostro dna e lottare per la vittoria è la nostra magnifica condanna». Un voto alla McLaren campione del mondo? «Campione del mondo piloti». Quel che conta, su dica la verità, il titolo piloti ha un altro sapore rispetto a quello costruttori. «Non sono d’accordo. La vittoria è completa quando si vincono i due titoli, come è successo spesso a noi. Difatti, la nostra è una soddisfazione limitata al Mondiale costruttori». Torniamo al suo giudizio sulla McLaren. «Intanto è una squadra che ha saputo reagire a una prima fase della stagione difficile dove noi avevamo dimostrato una evidente superiorità. Poi, è cambiato e migliorato lo stile nei rapporti con gli altri team, in particolare con noi…». Un voto, Domenicali… «Darei alla McLaren un 7,5». E la Ferrari che voto si merita? «Abbiamo conquistato il Mondiale costruttori che mantiene altissimo il rendimento della Ferrari: basta pensare che è il quattordicesimo titolo su 20. Tutto questo negli ultimi 10 anni, un bel ruolino di marcia. Diverso da quello della McLaren che l’ultimo suo titolo mondiale lo aveva festeggiato nel ’99».
Problemi, intoppi, incidenti della stagione Ferrari? «Abbiamo sofferto qualche problema di affidabilità, per esempio la rottura del motore in Ungheria che ci è costata una scontata vittoria di Massa. Indimenticabile il caso del bocchettone a Singapore». Senza questi due episodi che finale ci sarebbe stato? «Credo proprio che Massa sarebbe stato campione mondiale, e non ci sarebbe stato da dire nulla». Voto alla Ferrari? «Darei un 7». Qual è la forza della Rossa? «Quella di essere un gruppo, una squadra vera, che non si esalta dopo le vittorie. Così come affronta con maturità i momenti negativi». E la debolezza? «Ci sono state aree, settori della squadra che non hanno presidiato come si doveva certe situazioni». Come interverrà? «Tra poco annunceremo qualche piccola variazione che va proprio in questa direzione». Massa è un uomo traumatizzato o un campione affermato? «Ha vissuto un’esperienza straordinaria, ha gestito bene situazioni emotive forti, ormai ha raggiunto la maturità piena. Non ha più bisogno di cordoni ombelicali che lo tengano legato al passato».
Raikkonen doveva regalare certezze, ha invece dato insicurezze. «Nella carriera di un pilota c’è sempre un momento di flessione. Il nostro sforzo è fargli ritrovare la fiducia in se stesso. Lui deve sapere che alle sue spalle, con lui, insieme a lui, lavora una squadra in grado di esaltare il suo talento che, credetemi, è unico al mondo». I tifosi volevano Alonso. «I risultati non hanno aiutato Raikkonen, ovvio che si parli, e tanto anche, di altri fuoriclasse, vedi Alonso. Ma Raikkonen non è mai stato in discussione. E non ci si dimentichi che la scorsa stagione erano in molti a chiedere la testa di Massa». Alonso che cerca la Ferrari, Alonso che aspetta la Ferrari, Alonso che si offre… Non s’è mai visto un pilota della sua portata pronto a tutto pur di arrivare al Cavallino. «Credo che sia un segno di maturità del pilota, ha capito che siamo una squadra completa. Non dimentichiamo cos’ha vissuto alla McLaren, un’evidente situazione di disagio. Eppoi, la Ferrari ha un fascino particolare: senza la Ferrari la F1 sarebbe tutta un’altra cosa, questo lo hanno capito tutti». Capitolo Kers: è vero che siete indietro? «Tutti si sono resi conto della complessità del tema. È vero che rispetto ai nostri programmi siamo leggermente in ritardo. Ma siamo in buona compagnia, basti pensare che alla prima gara non tutte le squadre disporranno di questo nuovo dispositivo tecnico». Fiducioso per la prossima stagione? «La Ferrari è sempre pronta per vincere. Ma per favore niente proclami». Stefano Domenicali è così, lo show non fa per lui. Ma intende «fare la storia della Ferrari»: questo è lo spettacolo che preferisce.