Gasparri: «Che tempo che fa» pro Pd, la Vigilanza intervenga. I democratici: trucchetto per legittimarla, «solo ospiti di sinistra». Il presidente della commissione chiede i dati.
Festa dell’Immacolata, primo pomeriggio: le agenzie di stampa cominciano a battere una notizia non scontata. Titolazione eloquente: «Gasparri: Villari intervenga su abusi a ” Che tempo fa” ».
Seguono dichiarazioni schioppettanti e indignate del presidente dei senatori del Pdl, che è anche membro — dicono molto, molto ascoltato — della commissione di Vigilanza Rai (di cui Riccardo Villari, con un blitz della maggioranza, fu eletto presidente quando ancora era però un senatore del Pd: poi è scoppiata la bufera, Villari non s’è dimesso, il partito l’ha espulso ma, come si sa, lui — Villari appunto — continua imperterrito a restar seduto sulla poltrona di palazzo San Macuto).
Ora torniamo a Gasparri. È piuttosto arrabbiato. Sentite: «Il Presidente Villari chiarisca a chi risponde Fazio: a Cappon o a Veltroni? Chiedo a Villari, presidente della commissione di Vigilanza, di sapere che regole siano in vigore alla Rai. Mi sembrava infatti d’aver capito che il direttore generale avesse stabilito che i politici non dovessero andare nei programmi di intrattenimento. Ma Fazio, a ” Che tempo fa”, su Rai Tre, invita chi vuole. Prima Veltroni. L’altra sera il presidente della Sardegna, Soru. Fazio, mi chiedo, risponde ai suoi padroni del Pd o a chi? Chiedo perciò a Villari interventi immediati contro gli abusi in atto».
Ascoltate le parole di Gasparri, s’intuisce che la vicenda ha due diversi livelli politici di lettura.
Il primo: Fabio Fazio conduce un programma fazioso? Davvero invita solo personaggi liberal, di area Pd? Davvero gli ospiti di Fazio sono tutti riconducibili a Veltroni?
Il secondo: Gasparri invoca l’intervento di Villari. Ma proprio a Villari, alcune tra le massime cariche dello Stato (Renato Schifani e Gianfranco Fini), lo stesso premier Silvio Berlusconi e poi anche il suo autorevole sottosegretario Gianni Letta, non avevano ufficialmente chiesto di fare un passo indietro, e dunque di dimettersi?
Il più lesto a commentare — non casuale la sua rapidità — è Fabrizio Morri, capogruppo del Pd in commissione di Vigilanza.
«Quello di Gasparri è un patetico trucchetto. Fabio Fazio è un misero pretesto». Può essere più preciso? «Gasparri cerca di legittimare la presenza di Villari, alla guida della commissione, sollecitandone l’intervento… anche se tutti sanno che il Paese è in attesa che Villari si dimetta». Intanto, però, Villari continua a non avere alcuna intenzione di dimettersi. «Lo so. Villari ignora le parole di tutte le massime cariche dello Stato e, davvero, non so dove trovi il coraggio…». Magari sente molto sincero il rispetto che gli esprimono esponenti come Gasparri e… «Può essere, certo. Ma se è così, allora sia chiara una cosa». Quale? «Gasparri, in questa vicenda in cui Fazio viene coinvolto pretestuosamente, invoca l’intervento del “loro”, personale presidente di commissione Rai…».
Davvero le accuse a Fabio Fazio sono solo un pretesto? Ne è convinto anche Furio Colombo, deputato del Pd ed ex direttore dell’Unità. «Beh, innanzitutto, a me sembra che la trasmissione di Fazio si qualifichi per il livello culturale e intellettuale delle persone che invita, e non certo per la loro appartenenza politica ». Ma, spesso, gli invitati paiono o no, in un modo o nell’altro, legati all’area liberal? «Mah, che devo dire? A me farebbe piacere se i sospetti di Gasparri fossero veri, e quindi se tanta gente brillante e di fama davvero appartenesse al centrosinistra. Purtroppo…». Cosa? «Temo che quella di Gasparri sia una sceneggiata comica. E infatti, come tutti i comici, ora chiama sul palcoscenico la spalla, vale a dire Villari. E trovo che tutto questo sia assai umiliante, per Villari».
Villari — medico epatologo, ricca borghesia napoletana, alta percezione di se stesso — non si sente affatto umiliato. Anzi. Alle 19, il suo ufficio stampa rende noto che «in seguito alle numerose richieste di chiarimento giunte da esponenti politici sulla trasmissione ” Che tempo che fa”, il presidente Villari nelle prossime ore chiederà al direttore di RaiTre, Paolo Ruffini, i dati delle presenze televisive della stagione».
Un’ora, ed ecco, di nuovo, Gasparri: «Ringrazio il presidente Villari per aver chiesto notizie sui vergognosi abusi di ” Che tempo che fa”. È stato molto tempestivo».
Tempestivo, quindi efficiente, perciò operativo (con buona pace di chi ne aspetta le dimissioni). Bisogna leggerla così?
Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ne ha viste talmente tante, nella sua lunga vita politica, che non bisogna star lì a spiegargli certe sottigliezze.
«Eh… ho capito, ho capito…». Commento? «Premesso che sulla posizione di Villari è in corso una riflessione… ». Premesso questo? «Beh, non è mica vietato evocarlo. Voglio dire: fino a prova contraria, se si deve sollecitare l’intervento del presidente della commissione di Vigilanza, bisogna chiamare Villari, o no?».