Il premier: «Sulla giustizia sì alla separazione degli ordini. Mai al tavolo con sinistra anti-democratica». «Porte spalancate a Casini». Gag con vespa: «IL MIO GOVERNO E’ IL PARADISO»
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Silvio Berlusconi |
ROMA – «Non mi siederò mai al tavolo con questa sinistra leninista e antidemocratica. E sulla giustizia sono pronto a cambiare la Costituzione». Silvio Berlusconi fa tramontare così la speranza di dialogo tra maggioranza e opposizione. «Ha ragione Bonaiuti quando dice che sono marxisti leninisti – ha detto il premier alla presentazione del libro di Bruno Vespa -. Ci vuole un cambio di generazione per avere da noi una socialdemocrazia. Non accetto di parlare con questo tipo di persone». La presentazione del libro di Vespa è in realtà un’occasione che il presidente del Consiglio sfrutta per un intervento a tutto campo. Durante il quale, scherzando, il premier apostrofa anche il suo governo come «il paradiso». «Nei sondaggi – ha aggiunto il Cavaliere – il governo è nuovamente salito al 68%». « Nei mesi scorsi – ha spiegato Berlusconi -avevamo dieci punti di vantaggio rispetto all’opposizione. Poi, dopo le polemiche sulla scuola e sull’Iva a Sky eravamo tornati indietro di qualche punto. Ora siamo al 68%».
GIUSTIZIA – Al di là della battuta sul «governo-paradiso» , Berlusconi ha insistito particolarmente sulla riforma della giustizia. «Non credo che sarà presentata entro Natale» ha detto il premier. «La Costituzione si può cambiare – ha aggiunto però – e poi l’ultima parola spetta ai cittadini. Ci sono due votazioni con 6 mesi di tempo l’una dall’altra poi a decidere se la riforma sarà giusta saranno i cittadini. Questa è la democrazia» ha chiarito il presidente del Consiglio, specificando inoltre di ritenere «giusta» la «separazione degli ordini perché – ha chiarito Berlusconi – un pubblico ministero deve far parte di un ordine diverso e deve avere gli stessi diritti e doveri dell’avvocato e cioè andare dal giudice, bussare alla porta e prendere un appuntamento. In questo modo i cittadini sono garantiti».
AFGHANISTAN E CLIMA – Alla presentazione del libro di Vespa, Berlusconi ha anche affrontato temi di politica estera e di più ampio respiro internazionale, specificando tra le altre cose che «non è previsto un aumento delle truppe italiane in Afghanistan». «L’Italia – ha voluto precisare il premier – non ha partecipato alla guerra. Le bombe sulle Serbia le ha autorizzate D’Alema. In Iraq l’Italia ha partecipato alla costruzione di una nuova democrazia insieme ad altri 35 Paesi». Tornando sulla questione dei gas serra, alla vigilia del Consiglio europeo di Bruxelles che si occuperà delle emissioni di anidride carbonica, il Cavaliere ha parlato di un «momento cruciale». «Io ho la responsabilità di dire sì o no e se vedrò che sono colpiti gli interessi italiani in modo eccessivo intendo porre il diritto di veto e non avrò nessuna esitazione nel farlo» ha annunciato Berlusconi.
«ITALIA PROVINCIALE» – Ricordando di essere reduce da un tour di 21 giorni in Medioriente, il premier ha anche fatto una riflessione amara sul nostro Paese. «Ho visto- ha detto – che c’è una grande distanza tra loro e noi, poi tornando qui ho trovato un’Italia molto provinciale. Siamo una piccola cosa, non la caput mundi che ha ispirato l’impero romano, e dovremmo imparare da altre realtà del mondo».
PRECARI – Dal Cavaliere anche un accenno al nodo precari. «Siamo consapevoli che le misure varate riguardano chi la cassa integrazione ce l’ha. Sappiamo che i lavoratori del commercio ed i precari non hanno benefici ed è a loro che dobbiamo pensare per fare qualcosa anche se bisogna ricordare che il bilancio è stretto. Molte volte si dimentica della situazione che noi abbiamo ereditato» ha detto Berlusconi.
CASINI- Su Casini e l’Udc, Berlusconi ha poi confermato quanto detto in mattinata. «Le porte del Popolo della libertà non sono aperte, sono spalancate» ha affermato il premier, dopo aver accolto nel Pdl l’ex giornalista Rai e deputato Udc Francesco Pionati. «Berlusconi per me è un corruttore politico, cioè uno che sta in politica e si compra politicamente l’avversario politico per farlo stare dalla sua parte, come ha fatto con Villari», era stata in mattinata la replica di Antonio Di Pietro su Radiotre Rai.
ALFANO – Successivamente il ministro della Giustizia Angelino Alfano precisa i tempi della riforma della giustizia: «Stiamo lavorando per fare una riforma del processo penale entro Natale e poi ci sarà anche una riforma costituzionale che arriverà dopo».