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Il Campidoglio è la mia fidanzata

Le intercettazioni sugli affari. Veleni sul procuratore Lepore. Un indagato: chiese un’assunzione

 

 

 

Alfredo Romeo

NAPOLI — Schizzi di veleno sull’inchiesta, mentre si scopre che tra gli affari romani di Alfredo Romeo c’era anche la gestione di ventimila alloggi. È Vincenzo Mazzucco, l’ufficiale della Dia accusato di essere la «talpa» dell’imprenditore, a mettere in atto quello che appare come un tentativo di inquinamento dell’indagine. «Il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore — dichiara a verbale davanti al gip — mi segnalò un parente di un autista della Procura per farlo assumere da Romeo». A riferirlo, al termine dell’interrogatorio, è il suo legale. Non aggiunge dettagli, ma dopo neanche mezz’ora Lepore reagisce: «È un tentativo di delegittimazione, la segnalazione fu fatta direttamente dall’autista e quando Mazzucco me lo riferì dissi che non volevo saperne nulla ». Non è la prima volta che Mazzucco tenta un depistaggio. Nel gennaio scorso si presentò nell’ufficio di Lepore per informarlo che si sentiva spiato o indagato. Mezz’ora dopo ci fu una telefonata con Romeo che, dice il gip, «era “costruita” e aveva come fine quello di fornire “agli ascoltatori” una versione edulcorata e neutra dei loro rapporti». La rete di contatti dell’imprenditore napoletano — sul quale tra l’altro pende una richiesta di rinvio a giudizio a Bari, per turbativa d’asta e rivelazione del segreto d’ufficio relative a fatti del 2003— è fitta e variegata. E adesso toccherà ai magistrati romani cercare di scoprire chi fossero i suoi interlocutori politici e tecnici nella Capitale, ma soprattutto se davvero, come ritengono i pm partenopei, per aggiudicarsi i lavori abbia usato gli stessi metodi contestati durante questa indagine: avere in anticipo informazioni sui bandi e far preparare al suo staff bandi e delibere, in modo da prevalere sulla concorrenza. Il 27 aprile 2007 Romeo Parla con Luigi Piscitelli, il dirigente del comune di Napoli addetto all’ufficio «Progettazione, realizzazione e manutenzione degli edifici scolastici », anche lui ora ai domiciliari. Ci sono questioni da esaminare ma evidentemente i due non riescono a vedersi e Piscitelli, sia pur ironicamente, se ne lamenta.

Piscitelli: «Pronto?».
Romeo: «Ingegnere buonasera… ».
Piscitelli: «Avvocato, buonasera a voi, però io voglio capire chi o cosa vi trattiene, io penso forse chi, o no?…».
Romeo: «No, no, figuratevi che mia moglie, figuratevi che mia moglie si è insospettita e mi raggiunge domani mattina e sta con me a Roma perché ha detto voglio sapere chi è questa fidanzata…».
Piscitelli: «Sì, però ha fatto l’errore di avvisarvi, perché se veniva improvvisamente, chi lo sapeva…».
Romeo: «Ho detto guarda magari ci stesse una fidanzata, la fidanzata mia adesso in questo momento è il Comune di Roma…».
Piscitelli: «È il Comune di Roma adesso la fidanzata vostra e va bene con 20 mila figli che devono nascere…».

Nonostante una sentenza del Tar avesse sospeso l’aggiudicazione dell’appalto per la manutenzione delle strade, Romeo riteneva che le procedure utilizzate in Campidoglio fossero più efficienti. Lo ha confermato durante il suo interrogatorio di due giorni fa Vincenzo Salzano, il responsabile del progetto Global Service di Napoli finito agli arresti domiciliari. Ha parlato di «pressioni» ricevute da Giorgio Nugnes, l’assessore «fedelissimo» di Romeo che si è suicidato forse per evitare le conseguenze di questa inchiesta: «Per andare a Roma voleva fare un torpedone e invece partimmo ognuno con la propria macchina». Adesso si dovrà scoprire con chi entrarono in contatto.

Il Campidoglio è la mia fidanzataultima modifica: 2008-12-21T13:15:34+01:00da
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