Il migliore assistente italiano coinvolto in Calciopoli

MILANO — Che sia un premio alla carriera e che la storia finisca qui. Venerdì, a Coverciano, insieme con l’arbitro Roberto Rosetti e l’assistente Paolo Calcagno, Alessandro Griselli, livornese, ha ricevuto dal presidente Abete una delle tre targhe che la Federcalcio ha voluto consegnare a chi ha rappresentato fra gli applausi l’Italia a Euro 2008, arrivando a dirigere la finale di Vienna (Spagna- Germania 1-0). Sabato, Griselli, dopo aver fermato Crespo in posizione regolare, ha lasciato andare Maicon, che ha firmato il gol della vittoria interista. Il primo errore può essere comprensibile; il secondo no. Perché non era in fuorigioco soltanto Maicon, ma anche Crespo e Cambiasso; perché non era una questione di centimetri, ma di metri (almeno due); perché non ci sono incroci fra chi attacca e chi difende; perché non ci sono interferenze per l’assistente; perché Griselli non è un esordiente, ma viene considerato il miglior assistente italiano. L’azione di Siena-Inter è stata così chiara che, se un osservatore avesse guardato l’azione, senza conoscere il colore delle maglie, avrebbe immaginato una situazione capovolta e cioè che i tre in linea vestiti di nerazzurro si stessero difendendo dall’attacco bianconero.
Alessandro Griselli è l’assistente che non si è accorto della posizione di fuorigioco di ben tre giocatori dell’Inter nell’azione che ha portato al gol decisivo di Maicon L’errore di Griselli non è giustificabile nemmeno tenendo presente la regola riaggiornata del fuorigioco e la lezione recitata alla vigilia di Euro 2008 dai responsabili della commissione arbitrale dell’Uefa, in linea con il diktat di Blatter, il presidente della Fifa, che non vuole l’instant replay a bordocampo, per vedere spettacoli del genere: «Si raccomanda di (Afp, Sky) favorire il gioco d’attacco; un giocatore va fermato per fuorigioco se effettivamente gioca il pallone, se il passaggio è destinato a lui e lo riceve. Per questo l’assistente deve attendere lo sviluppo reale dell’azione dopo un passaggio». A Siena Maicon (come Cambiasso e Crespo) era in fuorigioco, prima, durante e dopo il passaggio di Maxwell. Griselli sarà sospeso da Collina; la speranza è di non vederlo più in azione fino al termine della stagione. Fare l’assistente non è un mestiere facile (come mille altri), ma se uno non è in grado di rendersi conto dell’irregolarità dell’azione di Maicon dovrebbe avere il buongusto di fare un passo indietro. Griselli, assolto dalla giustizia sportiva il 19 novembre 2007 (era uno degli assistenti di Lecce-Parma 3-3, arbitro De Santis, 29 maggio 2005) e per questo graziato dal presidente dell’Aia Gussoni, è uno dei dieci imputati al processo di Napoli per Calciopoli (concorso in frode sportiva), che ha chiesto il rito abbreviato, insieme con Lanese (attivissimo nei giochi elettorali in vista delle prossime elezioni dell’Aia), Rocchi, Cassarà, Messina, Dondarini, Baglioni, Foschetti e Gabriele.
Griselli, che aveva rappresentato l’Italia anche al Mondiale 2006, vuole chiudere in fretta la vicenda napoletana, ma in un Paese normale, uno come Griselli, nonostante la presunzione di innocenza, sarebbe stato sospeso, fino alla conclusione della vicenda nel suo complesso, anche se i tempi della giustizia ordinaria sono quasi eterni. In Italia, invece, si trova sempre un cavillo per aggirare le regole: se il giudice sportivo commina squalifiche non superiori ad una giornata per non essere smentito dalla Corte di giustizia federale, che fa sconti a tutti, non c’è da stupirsi che sia riuscito a cavarsela anche chi era risultato coinvolto in Calciopoli, salvo isolate eccezioni. Conta poco che l’assistente Alessandroni a Bergamo abbia sbagliato (comunque meno di Griselli) sul primo gol della Juve, perché errori del genere aiutano soltanto a screditare uno spettacolo che ha bisogno di recuperare credibilità in un momento di crisi generale. Il campionato non ha bisogno di sospetti. La decisione di Griselli ne alimenta a decine, compreso quello che l’errore di Siena gli potrebbe servire per spiegare davanti ai pm di Napoli che nel pallone si sbaglia sempre. Prima, durante e dopo Calciopoli.