Consiglio di sicurezza onu: Gli Usa bocciano documento per cessate il fuoco. Hamas: «Rapiti due soldati». Gerusalemme smentisce. I blindati penetrati su più fronti. Peres: «Guerra giusta»
GAZA – Il giorno dopo l’avvio dell’attacco di terra, l’esercito israeliano è entrato nella città di Gaza attaccando con i carri armati un’area commerciale molto frequentata nel centro e provocando almeno 5 vittime e una quarantina di feriti. La situazione è drammatica: da giorni diversi quartieri sono privi di corrente elettrica e le linee telefoniche sono sull’orlo del collasso. Violenti combattimenti tra i militari e miliziani sono in corso alla periferia della città. Il bilancio dei nove giorni di offensiva è salito a 480 vittime e oltre 2.300 feriti.
SCONTRI NEL NORD – Intensi i bombardamenti e gli attacchi di terra nel nord della Striscia, dove le truppe hanno occupato ampie porzioni di territorio, considerato base di lancio privilegiata dei razzi Qassam: almeno dodici palestinesi sono morti a Beit Lahiya per una cannonata. Tra le vittime ci sono almeno due miliziani, ma la maggior parte sono civili, fra cui quattro membri della stessa famiglia. L’esercito israeliano è avanzato su quattro diverse direttive, isolando due arterie di accesso a Gaza City e creando un cuneo nella zona centrale, all’altezza della ex colonia ebraica di Netzarim. Nella notte l’aviazione ha colpito 45 obiettivi fra cui tunnel, depositi di armi, lanciatori di razzi e di mortai. Alle operazioni ha partecipato anche la marina, che ha colpito il comando dell’intelligence a Gaza. Sul fronte palestinese, una trentina di razzi e diversi colpi di mortaio sono stati sparati verso diverse località del Neghev, ad Ashdod e Netivot. Centrata una casa a Sderot, un uomo è rimasto ferito. Un milione di israeliani che vivono a meno di 40 chilometri di distanza da Gaza sono costretti a restare in zone protette, nel timore di ulteriori attacchi.
COMMISSIONE UE – Le diplomazie sono al lavoro per cercare di trovare una via d’uscita, dopo la “fumata nera” al Copnsiglio di sicurezza dell’Onu. La Commissione Europea ha lanciato un appello ad Israele perché assicuri «uno spazio umanitario» per distribuire gli aiuti nella Striscia di Gaza e ha annunciato un aiuto supplementare di tre milioni di euro per il territorio palestinese. «Impedire l’accesso dei soccorsi alla gente che soffre e muore è una violazione del diritto umanitario – ha detto il commissario allo Sviluppo Louis Michel -. Un milione e mezzo di persone sono ammassate in un territorio che rappresenta poco più dell’1% della superficie del Belgio. Per sopravvivere essi dipendono dagli approvvigionamenti esterni e la loro situazione diventa ogni giorno più esasperata». Il commissario ha definito «inaccettabili» gli attacchi da entrambe le parti destinati a ferire o uccidere civili in modo discriminato. Intanto è partita la missione Ue organizzata dalla nuova presidenza ceca: la delegazione arriverà nel pomeriggio al Cairo, lunedì sarà in Israele, poi a Ramallah e ad Amman. Lunedì a Gerusalemme è atteso anche il presidente francese Sarkozy. Dall’Italia arriva una nota della Farnesina che esprime «preoccupazione per la sorte di tanti civili innocenti» ed è scontro tra maggioranza e opposizione sulla mancata richiesta di un cessate il fuoco.
PERES: «GUERRA GIUSTA» – Israele continua invece a definire l’offensiva necessaria e inevitabile. L’obiettivo dell’incursione è «distruggere le infrastrutture terroristiche di Hamas nell’area delle operazioni – ha detto la portavoce dell’esercito israeliano Avital Leibovitch -. Sarà un’operazione lunga e durerà numerosi giorni». Le fa eco il ministro della Difesa Ehud Barak, secondo cui l’offensiva non «sarà semplice o breve, ma siamo determinati». Barak, che ha richiamato decine di migliaia di riservisti, ha detto che l’obiettivo dell’operazione è promuovere «un cambiamento significativo» della situazione nel sud di Israele annientando Hamas. Alla riunione del Consiglio dei ministri a Tel Aviv ha aggiunto che l’attacco sarà prolungato ed eventualmente esteso «sulla base delle nostre necessità». Il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha sottolineato che Israele non vuole l’apertura di un nuovo fronte di guerra con il Libano, ma ha sottolineato di aver dato istruzione «ai responsabili della Difesa di tenersi pronti nel caso in cui qualcuno (Hezbollah, ndr) dovesse pensare di trarre vantaggio dal fatto che Israele sta operando sul fronte sud». Sabato il ministro Barak aveva detto che Israele è pronto a ogni evenienza nei suoi confini a nord. Incontrando alcuni parenti dei soldati, Olmert ha detto che l’operazione di terra era «inevitabile». Secondo il presidente Shimon Peres quella che Israele sta combattendo contro Hamas «è una guerra necessaria e giusta». Lo ha detto incontrando un gruppo di bambini nel sud di Israele: «Se otterremo la nostra vittoria, ci sarà la pace».
STOP ALL’ONU – Nella notte c’è stato il nulla di fatto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu dopo che gli Stati Uniti hanno bloccato un documento che chiedeva il cessate il fuoco immediato. La riunione, convocata d’urgenza alle 19 ora locale (l’1 in Italia) dopo l’avvio dell’operazione terrestre contro Hamas, si è conclusa così senza un accordo. La Libia, unico paese arabo rappresentato in Consiglio di sicurezza, aveva presentato una bozza di risoluzione in cui esprimeva seria preoccupazione per l’escalation delle violenze a Gaza e chiedeva a tutte le parti in causa di osservare un immediato cessate il fuoco. Ma gli Stati Uniti hanno deciso di bocciare il documento, che non indicava in Hamas un gruppo terroristico reo, secondo gli Usa, di avere sottratto il potere a Gaza alla legittima autorità nazionale palestinese guidata dal presidente Abu Mazen. Il vice ambasciatore americano all’Onu, Alejandro Wolff, ha spiegato che gli Stati Uniti non vedono l’intenzione di Hamas di rispettare il cessate il fuoco ponendo fine al lancio di razzi. Quindi, dato che i documenti del Consiglio vanno approvati all’unanimità, il testo libico è caduto. Anche una seconda dichiarazione più blanda, che chiedeva una tregua, è stata bocciata dagli Usa.
HAMAS: «FARSA» – Hamas ha definito la riunione del Consiglio di sicurezza «una farsa che mostra l’ampiezza della sovranità sulle sue decisioni esercitata dall’America e dall’occupazione sionista», si legge in un comunicato del portavoce Fawzi Barhoum. Il Consiglio di sicurezza «ha confermato il suo allineamento sulle posizioni dell’occupazione (israeliana, ndr) e gli ha dato la possibilità per proseguire il suo massacro a Gaza» ha aggiunto Barhoum, condannando la posizione della presidenza dell’Unione europea, garantita dalla Repubblica ceca, secondo cui l’operazione è «più difensiva che offensiva». In un secondo momento il primo ministro ceco Mirek Topolanek aveva aggiunto che Israele non ha il diritto di intraprendere azioni militari che «hanno ripercussioni in gran parte sui civili». Poche ore prima della “fumata nera” al Consiglio di sicurezza il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon aveva chiesto, dopo una telefonata con il premier israeliano Olmert, l’immediata cessazione dell’operazione di terra e a Israele di fare tutto il possibile per garantire la protezione dei civili, dicendosi «profondamente preoccupato per il fatto che l’escalation renderà inevitabilmente ancora più grave la già pesante situazione in cui si trova la popolazione». Domenica mattina c’è stato infine un nuovo appello del premier britannico Gordon Brown, che ha chiesto un immediato cessate il fuoco, spiegando che l’attacco di terra è «una fase molto pericolosa» del conflitto: «Gli israeliani devono avere assicurazioni che non ci saranno attacchi con i razzi sul loro territorio» ha detto in un’intervista alla Bbc.