Il Centro musulmano: «non volevamo mancare di rispetto». L’arciprete del Duomo: grave se avessero usato il sagrato. An e Lega: «Una provocazione»
Per prima cosa precisa che «non sono saliti a pregare sul sagrato, e quello non sarebbe stato certo un gesto di dialogo». Poi ci tiene a chiarire che la piazza del Duomo «è una piazza civile e non religiosa». Però poi Luigi Manganini, arciprete del Duomo, spiega che la preghiera islamica che ha concluso la manifestazione di sabato contro i bombardamenti a Gaza, con centinaia di uomini inchinati ad Allah proprio di fronte alla cattedrale di Milano, è stata quantomeno «una mancanza di sensibilità».
Manganini è uomo di chiesa, evita qualsiasi polemica, si tiene a distanza dalla bagarre politica. Ma proprio perché uomo di chiesa richiama il messaggio del Vangelo, spiegando che «la preghiera non va ostentata, perché viene dal cuore ed in generale non va mai usata come affermazione di identità». Una sensazione che probabilmente si può descrivere in maniera ancora più semplice: «Da cristiano— conclude l’arciprete del Duomo — non avrei partecipato a una manifestazione che si fosse conclusa con una preghiera proprio di fronte a una moschea».
Secondo i politici della maggioranza la manifestazione in Duomo è stata un affronto, ma il responsabile del centro islamico di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari, chiarisce: «Nessuna provocazione o mancanza di rispetto. Era semplicemente giunta l’ora della preghiera e si trovavano lì. Fossero stati in un’altra piazza, l’avrebbero fatta dove si trovavano. Abbiamo la più alta considerazione per la figura dell’arcivescovo Tettamanzi, che rappresenta la coscienza morale ed etica di Milano. Abbiamo un grande rispetto per chi ha sempre parlato di dialogo».
Il vice sindaco, Riccardo De Corato, però attacca: «L’imam del centro islamico di viale Jenner, Abu Imad, ha partecipato al corteo pro Palestina che è stato teatro di reati e gravi atti contro lo Stato amico Israele. Sarebbe opportuno che l’imam faccia un passo indietro perché è sempre meno credibile come interlocutore del centro islamico di viale Jenner». Ancor più duro Pier Gianni Prosperini, assessore regionale alla Sicurezza: «Nemmeno ai tempi del nazismo il Duomo ha subito oltraggio del genere, non era una preghiera ma un’offesa ».