Il consiglio di sicurezza vota a favore di un immediato cessate il fuoco, ma le parti in causa dicono no. «Non è nell’interesse dei palestinesi». «Israele agisce per la sicurezza dei cittadini»
Un bombardamento israeliano sulla zona nord di Gaza |
LA RISOLUZIONE ONU – Il Consiglio di sicurezza, con l’astensione degli Stati Uniti, aveva deciso di chiedere l’immediato stop alle armi. La risoluzione, adottata con 14 voti a favore, chiedeva di metter fine ai combattimenti con un cessate il fuoco immediato, duraturo e pienamente rispettato, che conduca a un ritiro completo delle forze israeliane da Gaza. Veniva poi chiesto l’avvio di una fornitura senza ostacoli e la distribuzione su tutto il territorio della Striscia di aiuti umanitari, compresi cibo, medicine e carburante. Le due parti in causa hanno però deciso di respingere il documento.
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Il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni |
CIVILI BOMBARDATI – Intanto l’Onu rivela che l’esercito israeliano ha ucciso in un bombardamento 30 civili che facevano parte di un gruppo di 110 palestinesi che avevano riunito in una casa di Gaza. «Secondo diverse testimonianze, il 4 gennaio, dei soldati hanno evacuato e raggruppato circa 110 palestinesi in una sola casa a Zeitun (di questi la metà erano bambini) ordinando loro di restare all’interno dell’immobile», afferma l’ufficio Onu per il coordinamento umanitario (Ocha) in un comunicato. «Ventiquattr’ore più tardi, le forze israeliane hanno bombardato a più riprese quella casa, uccidendo circa 30» persone, aggiunge il comunicato.