Abu Mazen: «Subito una tregua». Incursioni aeree israeliane e soldati alle porte di un campo profughi. Hamas prosegue nel lancio di razzi
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Raid aereo su Gaza |
INDAGINE – L’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay, vuole un’indagine «credibile, trasparente e indipendente» su quanto accaduto il 4 gennaio a Zeitoun, dove l’esercito israeliano avrebbe bombardato un edificio dove si trovavano 110 civili, di cui moltissimi bambini, uccidendo trenta persone. Secondo diverse testimonianze i civili erano stati condotti in quel luogo proprio dai soldati israeliani «che hanno ordinato loro di restare all’interno», riferisce un comunicato dell’ufficio dell’Onu per il coordinamento umanitario.
AZIONI MILITARI – Nella notte sono avvenute una quarantina di incursioni aeree che, con i combattimenti di terra, hanno provocato la morte di una quindicina di miliziani. Lo ha reso noto l’esercito di Gerusalemme. Fonti mediche palestinesi hanno indicato che le vittime dell’inizio delle operazioni sono «oltre 800». Intensi combattimenti sono stati segnalati intorno alla strada costiera a nord di Gaza City (spesso utilizzata per il lancio di razzi), dove le truppe israeliane sono arrivata a circa 1,5 km dalla città, prima di ripiegare. Hamas ha proseguito nel lancio di razzi contro Israele e ha affermato di aver colpito una base militare israeliana a 27 chilometri da Tel Aviv.
DIPLOMAZIA – Il ministro degli Esteri palestinese, Riad Malki, ha denunciato Israele e Hamas per il «totale mancato rispetto» della risoluzione 1860 del Consiglio di sicurezza dell’Onu, con la quale si chiede un immediato cessate il fuoco. Secondo il ministro degli Esteri, Franco Frattini, Israele ha respinto la risoluzione Onu «perché non si sente rassicurata sulla possibilità che Hamas, che ha provocato questa tragedia violando la tregua, la smetta di riarmarsi e lanciare razzi». Il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, in un’intervista al Washington Post si è rifiutata di indicare i tempi dell’operazione «Piombo fuso», precisando però che non si tratta di una «occupazione. È una guerra al terrorismo: non chiediamo alla comunità internazionale di combattere con noi, ma di darci comprensione e un po’ di tempo».
ABU MAZEN – Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, dalla Cisgiordania ha lanciato un appello a Israele e Hamas per una tregua immediata.