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Lo stilista Valentino |
IL MONDO DELLA MODA – Nelle maglie dei controlli dell’erario sono rimasti imbrigliati nel passato Dolce & Gabbana e Gai Mattiolo, ma ora è toccato a Valentino e al suo manager, per un ammontare complessivo di 55 milioni di euro. La contestazione è partita dall’Agenzia delle Finanze del Lazio che – secondo quanto reso noto da una anticipazione del settimanale Diva e Donna – avrebbe obiettato allo stilita la residenza a Londra, considerandola fittizia. Gli avrebbe così notificato una multa da 33 milioni tra imposte, sanzioni e interessi dovuti. Ma nei controlli sarebbe incappato anche il socio dello stilista, Giancarlo Giammetti: nei suoi confronti le richieste dell’Agenzia delle Entrate ammonterebbero a 22 milioni di euro. Dal loro ufficio di Londra, con una nota firmata dal managing director Ronald Feijen, lo stilista e il suo storico braccio destro spiegano che da «da oltre dieci anni, ceduta la loro Maison, Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti hanno trasferito la loro residenza e tutti i loro interessi a Londra. Già in precedenza, la loro posizione a tale riguardo era stata oggetto di verifiche e giudicata, sotto ogni profilo, legittima e regolare. Se oggi si vuole, con una iniziativa inattesa e sorprendente, riprendere il caso, Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti – conclude la breve nota – saranno come sempre a disposizione per fornire tutti i chiarimenti eventualmente richiesti dagli organi competenti».
IL MONDO DELLA MUSICA – Un accertamento legato sempre a residenze fittizie spostate all’estero è stato notificato dall’Agenzia delle Entrate, alla fine del 2008, anche ai cantanti Umberto Tozzi e Little Tony, in relazione a quanto dichiarato negli anni 2001-2005. A Umberto Tozzi il fisco avrebbe presentato un conto da 3,4 milioni di euro contestando la residenza a Montecarlo, uno dei Paesi a fiscalità ridotta sul quale il fisco ha sempre tenuto acceso un faro, anche dopo la multa miliardaria (in lire) al tenore Luciano Pavarotti. Meno alta, invece, le «cartelle» che sono state recapitate a Little Tony, nelle quali viene contestata la residenza a San Marino: la prima presenta un conto di 250.000 euro, la seconda di 100.000 euro. «Sono un cittadino della Repubblica di San Marino da sette generazioni e ho sempre pagato le tasse – ha commentato a caldo Little Tony, nome d’arte di Antonio Ciacci – Il fisco mi contesta di stare in Italia più di 180 giorni all’anno: secondo loro, sono da considerare come residente in Italia e come tale assoggettato alla partita Iva, all’Irap e alle tasse regionali. Per questo mi ha comminato una multa da 160 mila euro, relativa agli ultimi cinque anni. Il problema – conclude – è che non mi sono mai messo a contare per quanti giorni all’anno sto realmente in Italia e quindi è difficile per me contestare questa decisione. Sto valutando però un ricorso al Garante per la Privacy, visto che gli atti contengono informazioni relative anche alla mia famiglia».