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I media inglesi: «City umiliato da Kakà» Il club: «Pressioni politiche dietro il no»

 

Marca: «Il brasiliano vuole il real». Delusione tra i tifosi e sui giornali. E Robinho lascia il ritiro della squadra

 

Kakà mostra la maglia rossonera ai tifosi
MILANO – Ci credevano. Eccome se ci credevano. Si aspettavano l’annuncio da un momento all’altro. Del resto, come resistere a quella pioggia di denaro? E invece, la telenovela Kakà è finita con il clamoroso “no” del brasiliano agli sceicchi del Manchester City: decisione che ha lasciato di stucco la società britannica e i media di Oltremanica. Il Times parla di «umiliazione». Il Sun di «club stordito». L’Independent di «piani rovinati». Il Daily Star titola: «Kakà ko».


FURIA ROBINHO – La decisione di Kakà, intanto, ha aperto le prime crepe nel City. Robinho, l’attaccante verdeoro che aveva cercato di convincere il compagno di nazionale, sarebbe furioso: l’ex giocatore del Real avrebbe infatti abbandonato il ritiro della squadra a Tenerife, in Spagna. Lo ha ammesso Garry Cook, presidente esecutivo della squadra: «So per certo che Robinho non è al centro tecnico di Tenerife. Se ha lasciato il ritiro, ha violato il codice di disciplina del club. Attendo un resoconto completo sull’accaduto». Poco dopo è stato lo stesso Robinho a chiarire i motivi della sua improvvisa partenza: «Ho messo a conoscenza il Manchester City che avevo bisogno di tornare in Brasile per motivi di famiglia. Tornerò al club e spero di risolvere presto questa situazione».
«IMBOTTIGLIATO» – Più che alla grana Robinho, i dirigenti del City devono pensare a come placare la rabbia e la delusione dei tifosi. «L’offerta era stata fatta al club – spiega Cook – che era intenzionato a vendere Kakà al Manchester City». E poi? «Siamo andati a Milano, chiaramente con buone intenzioni, e penso che l’abbiano imbottigliato. Il Milan si è tirato indietro a causa delle pressioni politiche e pubbliche». Nonostante gli inviti del padre-procuratore, Bosco Leite, alla fine l’ex Pallone d’oro ha infatti deciso di restare in rossonero: «Ci sono cose più importanti dei soldi». Affermazioni che hanno convinto anche il patron, Silvio Berlusconi: «Ha dato una dimostrazione straordinaria di non essere soltanto una persona che vuole guadagnare, ma di avere principi e valori e di avere un grande attaccamento alla bandiera del Milan e riconoscenza a una società e un presidente che lo hanno lanciato».


REAL – Già, il cuore. L’affetto che gli hanno dimostrato i tifosi, sabato sera a San Siro e addirittura sotto casa. E poi, a dirla tutta, accettando il trasferimento al City, Kakà avrebbe rischiato di sprecare gli anni più importanti della carriera in un club di secondo livello. Non solo: come ha ironicamente spiegato Panucci, uno che ha girato parecchi club di primo livello, a Manchester, e per di più nel City, «è dura far arrivare mezzanotte». La mezzanotte arriva presto, invece, a Madrid. Azzerate le speranze dei tifosi del City, si rilanciano quelle dei supporter del Real. Tanto che, secondo il quotidiano spagnolo “Marca”, Kakà potrebbe aver deciso di andare a giocare in Spagna, «Sta sperando in una chiamata del Real Madrid», è la frase che campeggia nella prima pagina del quotidiano. Lo stesso tecnico rossonero, Carlo Ancelotti, avrebbe confermato che «se dovesse andare via, preferisce Madrid». Altro che ultima puntata, insomma.

 

 

I media inglesi: «City umiliato da Kakà» Il club: «Pressioni politiche dietro il no»ultima modifica: 2009-01-20T16:25:00+01:00da
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