Sempre più pesanti carenze d’organico: «Da settembre l’azienda ha rinunciato a 200 postini. Raccomandate in ritardo e cumuli di posta abbandonata in strada. E i residenti diventano portalettere
I condomini distribuiscono la posta in via Rimini 25, dove da venti giorni non viene smistata la corrispondenza |
Corrispondenza abbandonata in via San Marco |
Il risultato è che le bollette vengono recapitate quando sono già scadute e i pagamenti diventano «morosi». «Ho spedito una raccomandata il 4 dicembre destinata a un indirizzo a 200 metri da casa mia — denuncia Paola Bernetti —. È arrivata 14 giorni dopo». Altre volte si arriva a un mese. Altre volte, le lettere neppure arrivano. E passi per gli auguri di Natale. L’ultimo cumulo, una montagna di lettere e riviste, è stato trovato giusto l’altro ieri in via San Marco, appoggiato alla ringhiera della vecchia Conca. Posta destinata al quartiere Brera e finita in mezzo alle pozzanghere. Chi l’abbia lasciata non lo sa nessuno. Anche se la polizia postale qualche idea ce l’ha: «Chi doveva consegnarla non l’ha fatto». Abbandonare la posta è reato. Un reato finora rimasto impunito. Le situazioni più gravi sono state segnalate nella zona di Lorenteggio, Giambellino e Ticinese. Del resto stando ai sindacati sono proprio i centri di recapito di Ticinese, Corvetto e Baggio quelli più penalizzati dai tagli: «Mancano 200 lavoratori».
Posta in ritardo. Posta dispersa. E pure Poste chiuse come in via Costantino Baroni, al Gratosoglio, dove l’ufficio che serve tutto il quartiere è chiuso per ristrutturazione. L’11 dicembre scorso i ladri avevano fatto saltare il Postamat con l’acetilene. Era esploso mezzo ufficio e i pensionati erano rimasti con l’ufficio chiuso e senza pensioni. L’alternativa erano i centri di via Medeghino e via Bonghi. Un paio di chilometri d’auto o tram. Tanto che gli stessi impiegati ai primi di gennaio hanno ottenuto di riaprire almeno un paio di sportelli per consegnare le pensioni. Ora l’ufficio è di nuovo sbarrato e i tempi sui lavori non sono ancora definiti. Guaio nel guaio insomma. E non va meglio nell’hinterland dove da Rho a San Donato, le lettere sono finite pure nei fossi. E pensare che a Milano passa un terzo della corrispondenza d’Italia. «Una situazione inaccettabile — attacca Massimo Girtanner presidente di zona 6, da tempo in prima fila contro i disservizi postali —. È ora che qualcuno paghi: non è possibile che restino tutti al loro posto. Anche il Comune si faccia sentire».