Strategie Non c’è solo la caccia ai volti noti: Viale Mazzini potrebbe togliere a Murdoch i propri canali. Nuova piattaforma (gratuita) alternativa a quella di Sky. E nuovo decoder
MILANO — Tempi di strategie televisive. Mentre Sky cerca di portare Fiorello sul satellite, Rai e Mediaset non stanno a guardare e lanciano una nuova piattaforma satellitare alternativa. E gratuita. A giugno parte Tivù Sat che di fatto porterà anche sul satellite tutta l’offerta televisiva digitale terrestre free (ossia quella non a pagamento). Rai e Mediaset (entrambe al 48%) e Telecom Italia Media (al 4%), l’editore di La7, hanno creato una società, Tivù srl, che opererà con due marchi, Tivù e Tivù Sat. Il primo ha il compito di promuovere il digitale terrestre. L’altro di replicare l’offerta digitale in chiaro via satellite.
Tra i motivi che spingono Rai e Mediaset a questa scelta, il fatto che il digitale terrestre (che sarà il sistema di trasmissione televisiva in tutta Italia a partire dal 2012) non garantisce una copertura sul 100% del territorio nazionale. Problema che scompare grazie al satellite, che riesce a penetrare anche nelle zone non digitalizzate. Ma non solo. Tivù si propone, in prospettiva, anche come alternativa a Sky. Ieri alla conferenza sulla tv digitale terrestre il presidente della società Luca Balestrieri (che è anche responsabile per il digitale della Rai) ha spiegato: «La competizione del futuro è tra piattaforme e la tv gratuita ha bisogno di un proprio spazio per competere anche sul satellite». C’è un dato interessante. Oltre il 40 per cento degli abbonati Sky usano il satellite per vedere la tv generalista. Ora alla Rai, ma evidentemente anche a Mediaset, il fatto che Sky abbia gratuitamente i sei canali della tv generalista (da Raiuno a Retequattro, per intendersi) non va giù. Nel caso non arrivasse un riconoscimento economico sui tre canali da parte della pay di Murdoch, la Rai potrebbe anche decidere di scendere dal satellite di Sky per trasmettere solo dal proprio Tivù Sat. Scenari futuri. Quel che è certo è che il decoder della nuova piattaforma sarà diverso da quello di Sky. Ufficialmente non è una lotta alla pay tv. Giancarlo Leone, vicedirettore generale Rai, spiega che per Viale Mazzini ci sono due priorità: «La centralità del digitale terrestre e la diffusione satellitare di un’offerta generalista, semitematica, non a pagamento.
La Rai crede in una politica di canali free», tanto che ora ne arriveranno di nuovi (Rai Storia e Rai 5). Alberto Sigismondi, dirigente Mediaset, che è amministratore delegato di Tivù srl, spiega la strategia della nuova piattaforma: «Sentiamo la necessità di garantire accesso universale a tutti gli utenti italiani. Per ragioni orografiche in molte zone d’Italia il digitale terrestre non ha una copertura completa». Non dica che è solo per questo, ci sarà anche una ragione economica? Sigismondi insiste: «Il costo del raggiungimento capillare del digitale terrestre sarebbe iperbolico. Noi, come Rai e Telecom, pensiamo che esiste una ragione sensata di non lasciare scoperte queste famiglie». Per ora l’offerta satellitare sarà gratuita. Arriverà anche quella pay? «Non è nei piani. L’obiettivo è valorizzare l’offerta free. Non è una piattaforma anti-Sky». Del resto, come ha detto Balestrieri, «la tv a pagamento è importante, ma non potrà mai essere per tutti». Da Sky nessun commento ufficiale, per ora stanno a guardare. Spiegano che non hanno nessun dettaglio sul progetto della nuova piattaforma e valuteranno le cose quando il quadro sarà più chiaro. La partita è appena iniziata.