Nei loro confronti la procura di Treviso aveva chiesto delle misure cautelari, ma il pericolo di fuga e il rischio – come ha detto il procuratore Antonio Fojadelli – di nuovi soprusi “vista la situazione di parziale menomazione della vittima” ha fatto accelerare il corso delle indagini. La trama orribile di questa storia di sevizie ha avuto inizio nell’ottobre scorso quando l’uomo, muratore, in un bar di un paesino sarebbe stato convinto da uno dei giostrai a seguirlo con la scusa di aiutarlo nella posa di un pavimento nella sua casa a Musano di Trevignano, nel trevigiano. In cambio, gli avrebbe assicurato da mangiare. Un particolare che dà il segno del difficile quadro sociale in cui sono maturati i soprusi.
La vittima, il fratello e il padre, che soffrono di problemi legati all’alcol, da tempo infatti sono seguiti dagli assistenti sociali della zona dove risiedono. Una volta fatto entrare nello scantinato dell’abitazione, però, per l’uomo è sceso il buio che è durato una quindicina di giorni, fino a quando è tornato ‘libero’ e ha fatto ritorno nella sua abitazione. Nei confronti degli aguzzini non risulta sia stata avanzata l’ipotesi di sequestro di persona, mentre le accuse vanno da violenza privata a violenza sessuale di gruppo. In quei giorni di segregazione nello scantinato, come testimonierebbero i filmati, il trentaduenne avrebbe subito ogni tipo di sevizia, con l’uso anche di alcuni oggetti. Non ci sarebbe stato, invece, un rapporto carnale, mentre nelle scene registrate pare con telefonini comparirebbe un cane. Una volta a casa, davanti alle richieste dei familiari sulle ragioni di una assenza così lunga, il trentaduenne aveva raccontato solo alcuni episodi delle tante angherie subite.
Alcune settimane dopo, però, il fratello durante un incontro con un avvocato, membro dei Lions di zona che segue le famiglie disagiate, aveva parlato di quanto era successo al congiunto. Il legale si era quindi recato dai carabinieri. Una volta convocato in caserma, il trentaduenne avrebbe sì confermato il racconto ma avrebbe detto di non voler presentare denuncia. Le indagini sono comunque proseguite d’ufficio, visto che era stato ravvisato il reato di violenza sessuale di gruppo. Qualche giorno fa sono così scattate delle perquisizioni a carico degli indagati. Proprio durante questi controlli sarebbero stati trovati i filmati che hanno permesso di accelerare le indagini fino ad arrivare ai quattro fermi.
Oltre ai tre indagati per le sevizie, il quarto è accusato di lesioni personali gravi. Tutti hanno un’età compresa tra i 24 e 31 anni e risiedono in alcuni paesini del trevigiano.
La vittima, assieme al padre e al fratello sarebbero stati accompagnati in una struttura protetta fuori Veneto. Indagini sarebbero in corso anche per capire se un incendio, pare di origine dolosa, che ha danneggiato qualche giorno fa la casa dove viveva il trentaduenne possa essere riconducibile o meno alla vicenda delle sevizie.