ROMA – Via libera dell’Aula di Palazzo Madama al ddl sul federalismo fiscale. Il provvedimento ora passa alla Camera. Hanno votato a favore Pdl, Lega ed Mpa, il Pd e l’Idv si sono astenuti e l’Udc ha votato contro. I sì sono stati 156, 6 i contrari e 108 i senatori che si sono astenuti. Per dissenso dal gruppo dell’Udc, Antonio Fosson della Valle D’Aosta ha votato a favore mentre i tre senatori della Svp, Manfred Pinzger, Oskar Peterlini, Helga Thaler si sono astenuti. Infine Luciana Sbarbati del Pd ha votato contro.
“E’ stato fatto un lavoro importante con la sinistra. Senza la sinistra eravamo ancora in commissione”. Così il leader della Lega Umberto Bossi apprezza, in Transatlantico, a Palazzo Madama il contributo del Pd al ddl sul federalismo.
BERLUSCONI, DIMINUIRA’ PRESSIONE FISCALE
“La pressione fiscale non dovrà aumentare, anzi diminuirà” con l’attuazione del ddl sul federalismo fiscale. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi lasciando palazzo Madama dopo essere stato presente al voto sul provvedimento.
VELTRONI, ASTENSIONE PERCHE’ SIAMO RESPONSABILI – “Il gruppo del Senato a larghissima maggioranza ha preso una decisione giusta per una forza che ha la responsabilità di affrontare una grande sfida di innovazione e che ha contribuito ad un cambio radicale del testo rispetto a quello originale”. Il segretario del Pd Walter Veltroni spiega così al termine della riunione dei senatori democratici la decisione del Pd di astenersi al Senato sul ddl sul federalismo. “E’ il nostro atteggiamento – spiega Veltroni – in prima lettura ma che potrà cambiare se non saranno affrontate molte cose su cui siamo insoddisfatti: l’assenza di una copertura finanziaria e il fatto che sia portato immediatamente all’approvazione il pacchetto di norme Violante oltre alla carta delle autonomie locali”. Per ora però, evidenzia il leader del Pd, “abbiamo deciso di astenersi dopo una battaglia parlamentare ma il banco di prova saranno i tre punti che chiediamo alla maggioranza”.
“Noi facciamo una durissima opposizione di merito alla ricerca quando possibile di convergenze per il bene del paese. La destra non lo fa? Non importa, noi andiamo avanti e non ci sottraiamo alle responsabilità nei confronti del paese”.
FINOCCHIARO, ASTENSIONE NEL SEGNO DEL CONFRONTO – “Abbiamo deciso a larghissima maggioranza l’astensione nel segno del confronto. Nel voto ha giocato molto il lavoro da noi compiuto che ha ribaltato l’impostazione del testo da un modello egoistico a un federalismo equo”. Così il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro spiega l’esito dell’Assemblea dei senatori democratici che ha deciso di astenersi in Senato sul federalismo. “Siamo soddisfatti – spiega Finocchiaro – per un testo che ha accolto molte nostre proposte anche se restano fortissime preoccupazioni soprattutto sul fatto che sui decreti legislativi il Parlamento sarà disarmato”. Il presidente dei senatori del Pd evidenzia che “il processo da noi avviato è all’inizio perché poi il testo passerà alla Camera e tornerà al Senato”. Finocchiaro apprezza poi il metodo seguito nella discussione parlamentare. “Si sbriciola il cliché di Berlusconi – spiega il capogruppo al Senato – di un’opposizione riottosa e incapace di proposte e si capisce che se un pezzo della maggioranza decide di sedersi al tavolo del confronto, l’opposizione c’é ed é capace di cambiare la filosofia di un testo”.
IVD SI ASTIENE
Anche l’Idv si astiene nel voto finale sul federalismo fiscale. Lo ha annunciato, in dichiarazione di voto, il capogruppo del partito di Di Pietro, Felice Belisario, che ha parlato di una astensione come “segno di fiducia” verso il provvedimento con l’auspicio che “possa migliorare alla Camera”. Belisario, comunque ha sostenuto che “ci sono norme che non convincono e la delega è ancora troppo generica”. Dopo le dichiarazioni di voto dell’Idv, l’opposizione voterà in maniera divisa il provvedimento: Pd e Idv si asterranno, mentre l’Udc voterà contro.
FOLLINI CONTRARIO – La decisione di astenersi nel voto finale sul federalismo fiscale è stata votata dal gruppo del Pd a larga maggioranza con circa una decina di voti contrari, secondo quanto si è appreso. In particolare contrario alla astensione è stato Marco Follini che nel suo intervento, nell’assemblea presieduta da Walter Veltroni, ha motivato le sue perplessità sul disegno di delega. Invece l’ala sinistra dei Democratici, rappresentata da Vincenzo Vita, Paolo Nerozzi e altri ha cambiato la sua posizione aderendo all’indicazione di voto d’astensione superando le contrarietà sul provvedimento. “Il nostro – ha spiegato Vita – è un voto d’astensione di attesa. Rimangono le nostre riserve ma il testo è cambiato e non vogliamo avere una posizione pregiudiziale”. L’ex sindacalista della Cgil Nerozzi ha sottolineato come sia cambiato il “testo che riguarda l’attribuzione delle competenze su Roma Capitale che nella versione originaria non avremo accettato”. Si tratta dell’articolo 22 accantonato del ddl che verrà esaminato e votato alle 16 su cui si è trovato un accordo tra maggioranza e Pd.
PDCI: VERGOGNA PD, CON ASTENSIONE ABBANDONA SUD – “L’astensione del Pd al ddl sul federalismo è una vergogna. Con questo voto il Pd decide di sacrificare gli interessi del Mezzogiorno sull’altare di non si sa bene quale inciucio con Pdl Lega”. Lo afferma Pino Sgobio, responsabile Mezzogiorno del Pdci. “Altro che innovazione e cambiamento – aggiunge Sgobio – la vergogna è doppia, dal momento che i misteriosi costi di tale operazione si abbatteranno sul bilancio complessivo dello Stato, con notevole danno per la vita quotidiana dei cittadini del Meridione”.