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Cassazione: «Intercettazioni essenziali»

 

Inaugurazione dell’anno giudiziario. Carbone: «In Italia processi più lenti che in Africa». Alfano: «Riforma per frenare la gogna mediatica»

 

 

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano, il primo presidente della Corte Vincenzo Carbone, il Procuratore Generale Vitaliano Esposito
ROMA – Riforma e intercettazioni. Riflettori puntati su questi due punti durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Le intercettazioni telefoniche costano molto, ma sono strumenti di indagine essenziali. Questo il punto di vista espresso dal procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. «Sono strumenti utili per il contrasto a diversi fenomeni criminali e ancora di più necessari per le indagini sulla criminalità organizzata o finalizzate alla cattura di latitanti, in un periodo storico in cui il contributo dei collaboratori di giustizia è estremamente ridotto. L’auspicio è che siano reperite risorse adeguate a un servizio più efficiente».

«STOP A GOGNA MEDIATICA» – Nel suo intervento il ministro della Giustizia Angelino Alfano, ha spiegato che le riforme del processo penale a cui il governo sta lavorando avranno, tra l’altro, come obiettivo quello di porre un freno a una «gogna mediatica» che danneggia la dignità della persona. «Stiamo lavorando ad un diritto processuale autenticamente giusto, rispettoso al contempo delle esigenze investigative e della dignità della persona, soprattutto se estranea all’investigazione e, tuttavia, coinvolta in quella che troppo spesso diventa una gogna mediatica tanto invincibile quanto insopportabile». Nel suo discorso il Guardasigilli ha messo anche l’accento sulle polemiche circa i rapporti tra politica e magistratura, sottolineando che «esse suscitano l’interesse degli addetti ai lavori, ma non sempre coinvolgono quel popolo italiano nel cui nome ogni giorno, tra mille difficoltà che nessuno intende negare». Secondo il ministro della Giustizia, inoltre, «vi è un nemico non convenzionale e occulto della giustizia: è la rassegnazione all’inefficienza, alle polemiche e allo status quo». L’obiettivo dell’azione del governo a riguardo, ha spiegato Alfano, cui devono contribuire tutti gli attori del mondo della giustizia «facendo gioco di squadra» è «quello di ridare con urgenza dignità alla giustizia civile» che per troppo tempo è rimasta «la sorella povera del sistema giudiziario».

«LA RIFORMA SIA CONDIVISA» – Anche il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ha parlato della riforma della giustizia, sottolineando che deve essere «praticabile e condivisa». «Quella che stiamo vivendo è una fase interessante per affrontare le riforme necessarie nel settore giustizia, come Lei, con grande equilibrio e riconosciuto senso delle istituzioni, puntalmente sottolinea auspicando capacità di ascolto e di dialogo fra le forze politiche e la magistratura» ha detto rivolgendosi al presidente Napolitano. Il Csm, aggiunge Mancino «è pronto a fare la sua parte, a dare il suo contributo».

PROCESSI LENTI – Il primo presidente Vincenzo Carbone ha sottolineato che in Italia i processi del settore civile avvengono a una velocità che ci pone – nella graduatoria dell’efficienza giudiziaria – al posto numero 156 (su un totale di 181 Paesi), attestandoci così dopo Stati come l’Angola, il Gabon, la Guinea e Sao Tomè. I dati sono tratti da un rapporto della Banca Mondiale. «Non possiamo andare avanti così – ha aggiunto Carbone -. La crisi della giustizia ha conseguenze che vanno ben al di là dei costi e degli sprechi di un servizio inefficienti e si estendono alla fiducia dei cittadini, alla credibilità delle istituzioni democratiche, allo sviluppo e alla competitività del Paese. La crisi di fiducia da parte dei cittadini è la conseguenza più dolorosa dei dati appena esposti e l’incoraggiamento più forte a lavorare per modificarli».

I PRESENTI – Al Palazzo di Giustizia di Roma sono presenti, oltre al presidente Napolitano e al ministro Alfano, i presidenti di Senato e Camera Schifani e Fini, il presidente della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, i ministri degli Esteri Franco Frattini, della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, della Semplificazione legislativa Roberto Calderoli, il ministro ombra del Pd per la Giustizia Lanfranco Tenaglia, i vertici delle forze dell’ordine e militari.

Cassazione: «Intercettazioni essenziali»ultima modifica: 2009-01-30T15:54:06+01:00da
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