Il premio Nobel per la medicina Luc Montagnier |
PREVENZIONE – Domani a Roma presenterà il libro e la sua filosofia scientifica. Montagnier anticipa le sue idee al Corriere della Sera. Crede fermamente nella prevenzione. È la sua formula di lunga vita in bellezza e buona salute: quei 120 anni di vita media scritti nei geni da raggiungere senza disabilità né handicap. Come prosegue la visita del 2050? «Intanto quel medico è sorridente, non guarda l’orologio — risponde, con una vena critica verso la medicina odierna —. Esamina al computer gli esiti di laboratorio grazie all’intranet che collega tra loro i centri di medicina preventiva. Usa avanzati software e completa i dati con un nuovo apparecchio che permette di misurare le infezioni latenti». E dopo? «Il medico traccia il bilancio: buono. Niente pressione alta, niente tracce di tumori, niente dolori articolari, ma lo stress ossidativo non è totalmente compensato e vi è qualche indizio di minimo passaggio batterico nel sangue. Perché? Il dialogo è approfondito. Anche una moderata depressione psicologica può ripercuotersi sul sistema immunitario e favorire i nanobatteri in circolo nel sangue. Gli stessi nanobatteri identificati come origine del morbo di Alzheimer. Sono di origine intestinale, quindi occorre intervenire sull’alimentazione allo scopo di modificare la flora batterica».
In realtà l’ottantenne non avrebbe nulla per la medicina odierna. Nulla. Ecco la prevenzione. Quale allora la «cura» per combattere lo stress ossidativo e mantenere alta la soglia di «buona salute» psicofisica? La prescrizione anti-aging di Montagnier: «Limitare il jogging a mezz’ora ogni mattina, diminuire l’attività svolta in palestra, aumentare l’assunzione di farmaci o complementi alimentari antiossidanti. Al succo di melograno del Caucaso, che regola la pressione sanguigna, aggiungerei polvere di estratto di papaya fermentata. Tenere impegnato il cervello. Tornare a studiare anche a ottant’anni. Non diventare mai pensionati alla lettera». Nel 2050 non si parlerà più di infarto, emorragie cerebrali, maculopatie. Rischio di Alzheimer ridotto del 50%. Il «tagliando » superato porterà l’ottantenne a quota cento senza problemi.
SERVIZIO SANITARIO – E il servizio sanitario? L’utopia di Montagnier: «Tutto gratis se sul libretto sanitario risultano effettuati i controlli periodici e riduzione d’imposta del 20%… Perché una popolazione anziana in buona salute e senza handicap è un guadagno per la sanità. Così dovrebbe funzionare nel 2050». La medicina si trasforma. Via via le cure tradizionali saranno sempre più dedicate a emergenze, interventi dovuti a traumi, incidenti, intossicazioni. Tumori, malattie cardiovascolari, tutte le patologie degenerative legate all’età si eviteranno o si correggeranno prima del loro manifestarsi. Un vaccino per l’immortalità? «L’eternità non ci interessa, ma restare in buona salute per almeno 120-150 anni sì». Un consiglio alle donne per restare sempre giovani? «Niente fumo né alcol e mantenere sempre nella norma gli ormoni, anche dopo la menopausa ». E a tutti? «Le infiammazioni vanno “spente”: favoriscono tumori e invecchiamento cellulare». Lo stile di vita giusto? «Quello anti-aging: dieta, attività fisica, allenamento cerebrale. Meditazione e spiritualità sono potenti elisir di giovinezza. Niente stress: invecchia e ammala». Montagnier parla di medicina «à la carte», come i menù. «Disegnata sui geni di ognuno di noi». E i geni risentono dell’ambiente. «Certo. Le mutazioni arrivano anche dall’inquinamento. I pesticidi, lo smog, l’inquinamento elettromagnetico. Città come Milano, Parigi, New York sono ricche di elettromagnetismo: cavi elettrici, antenne… Tutto questo prima non c’era. Stiamo studiando la sua azione sul Dna, non solo umano. Anche virus e batteri sembrano risentirne in peggio per noi». Infine l’Aids. Novità? «Un vaccino terapeutico potrebbe essere pronto tra 4 anni. E stiamo studiando chi non si infetta proprio. In Italia, vicino a Catania, esistono persone con queste caratteristiche. Hanno i geni dei Normanni, dei Vichinghi».