La piattaforma fornirà anche informazioni sui cambiamenti geologici e climatici. In uscita il nuovo software in grado di monitorare grazie alle mappe digitali i fondali dell’intero pianeta
![]() |
I rilievi sottomarini del Mar Tirreno evidenziati da Google Maps: presto ulteriori dati sui fondali saranno disponibili con Google Ocean |
SUCCESSO – Da quando è stato lanciato nel 2006, Google Earth ha avuto uno straordinario successo tra gli utenti di Internet: oltre 400 milioni di persone hanno visitato il sito web per scrutare dall’alto città e quartieri di tutto il mondo. Adesso grazie a Google Ocean anche i meno esperti potranno conoscere la topografia sottomarina e la batimetria degli angoli più nascosti degli abissi. Secondo quanto riporta il Guardian, alla presentazione della nuova versione del software parteciperanno, oltre a Eric Schmidt, l’attuale Ceo di Google, illustri personaggi come l’ex vicepresidente degli Usa e noto ambientalista Al Gore e Sylvia Earle, una celebre studiosa americana di oceanografia. Se la nuova versione del sito riuscisse a mappare completamente i fondali marini potrebbe essere di grande aiuto anche agli studiosi di archeologia subacquea. «Questa e’ la cosa che mi eccita di più – dichiara entusiasticamente alla rivista tecnologica Cnet David Sandwell, professore di geofisica allo Scripps Istitution of Oceanograph dell’Università di San Diego -. Le persone sapranno che gran parte dei fondali marini sono inesplorati e Google ci darà una mano a conoscerli».
IMMAGINI E TEMPI – Immagini ad altissima definizione accompagneranno i dati che raccontano il clima, le temperature e le correnti marine presenti nel mondo sottomarino, anche se ci vorrà tempo prima che tutti gli angoli degli oceani siano mappati in alta definizione: «Almeno 100 anni – profetizza lo studioso David Sandwell che è certo che Google Ocean diventerà una risorsa essenziale per gli scienziati -: sarà un mezzo molto utile per condividere dati statistici sugli oceani. Per i miei studi sarà importante perchè mi permetterà di conoscere in maniera dettagliata la struttura tettonica globale dei fondali marini». Anche altri studiosi affermano che con Google Ocean la conoscenza oceanografica potrà fare passi da gigante: «Basta pensare che – dichiara Stephen P. Miller, direttore del Centro geologico allo “Scripps” – oggi abbiamo informazioni più dettagliate della superficie di Marte grazie a studi portanti avanti in poche settimane con potenti mezzi tecnologici che dei fondali marini sui quali le prime ricerche sono state fatte ben due secoli fa».