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CRISI, OBAMA: NON CI DORMO LA NOTTE

 

 

WASHINGTON – Il presidente Barack Obama ha definito “allarmante” il deterioramento dell’economia americana: “non ci dormo la notte”, ha detto in un’intervista alla CNN. Obama riceve ogni giorno un briefing sullo status della economia. “Trovo allarmante la rapidità con cui la economia si sta deteriorando – ha detto il presidente americano – Penso che anche solo un paio di mesi fa la maggior parte degli economisti non avrebbe mai previsto di giungere ad una situazione così brutta”. “Non ci dormo la notte, letteralmente – ha aggiunto Obama – perché abbiamo una serie di problemi e non abbiamo una soluzione magica per risolverli”.

TETTO A PAGHE DEI MANAGER
Barack Obama imporrà un tetto di 500.000 dollari all’anno per i compensi degli executive delle banche e delle altre società che ricevono vaste somme di denaro nell’ambito del piano di salvataggio del sistema finanziario. Lo hanno indicato alti funzionari dell’amministrazione protetti dall’anonimato. Obama chiederà anche alle istituzioni finanziarie pubbliche di rivelare gli accordi a lungo termine sugli stipendi dei loro capi. Verranno anche fissati limiti ai bonus degli executive, con l’eccezione dei normali dividendi delle azioni. Obama ed il segretario al Tesoro Timothy Geithner annunceranno oggi il nuovo pacchetto di misure in una conferenza stampa alla Casa Bianca. Le nuove regole saranno molto più severe di ogni restrizione imposta durante l’amministrazione Bush e potrebbero costringere i vertici delle società ad accettare pesanti riduzioni dei loro stipendi attuali. Le proposte di Obama vogliono essere l’inizio di uno sforzo a lungo termine per regolamentare gli stipendi degli executive.

DASCHLE SI RITIRA PER TASSE EVASE
(di Alessandra Baldini).
Per guai col fisco la squadra di Barack Obama perde i pezzi: due ministri della nuova amministrazione democratica si sono ritirati oggi per tasse non pagate. Uno di questi è Tom Daschle, ministro della sanità designato, l’uomo che avrebbe dovuto condurre in porto la riforma della mutua. A Obama non è rimasto che accogliere “con tristezza e rimpianto” la lettera con cui l’ex leader della maggioranza democratica annunciava la sua uscita di scena dopo aver constatato che non aveva la piena fiducia del Congresso: “Tom ha fatto un errore che ha apertamente ammesso, per cui non trova scusanti, né né ne trovo io”. E’ stato uno smacco pesante per un presidente approdato neanche due settimane alla Casa Bianca con una straordinaria riserva di consenso e la promessa di guidare l’America attraverso una nuova “era di responsabilità ” fatta anche di trasparenza etica. Il ritiro di Daschle, reo di aver evaso oltre 120 mila dollari, si è aggiunto a quello di Nancy Killefer, l’executive del gigante delle consulenze McKinsey scelta da Obama per portare austerity nel bilancio federale. “Mr. President, perché tanti dei suoi ministri-nominati hanno problemi col fisco?”, aveva strillato un giornalista presente oggi all’annuncio della nomina del senatore Judd Gregg al posto di segretario al Commercio. Obama, che a quel punto già sapeva che Daschle e la Killifer avevano deciso di andarsene, ha preferito non rispondere.

La nomina di Gregg, il terzo repubblicano chiamato a far parte della nuova amministrazione democratica, avrebbe dovuto completare la squadra di Obama: il senatore ha preso il posto dell’ex governatore del New Mexico Bill Richardson, uscito di scena in odore di ‘tangentopoli’. L’annuncio della nomina ha seguito di pochi minuti il giuramento del nuovo ministro della Giustizia Eric Holder, confermato ieri dal Senato con 75 voti a favore e 21 (tutti repubblicani) contro. Ieri aveva giurato da segretario di Stato anche Hillary Clinton che oggi stesso si è messa al lavoro incontrando i ministri degli esteri di Gran Bretagna David Miliband e Germania Frank Walter Steinmeier e telefonando al collega russo Sergei Lavrov. Ma intanto era salito a livelli insostenibili il tam tam politico e mediatico che metteva in pericolo la ratifica di Daschle. Il senatore repubblicano Jim DeMint aveva chiesto il ritiro, il primo esponente del Senato uscito allo scoperto pubblicamente. “Il fatto che abbia evaso le tasse riflette un problema di integrità”, ha detto DeMint mentre alcuni influenti quotidiani invitavano il ministro della sanità designato a una decorosa uscita di scena: ‘Per salvare la reputazione”, ha scritto tra questi il New York Times in un editoriale.
E’ stato dopo aver letto il New York Times che Daschle ha deciso di gettare la spugna: “Era quasi in lacrime’, ha detto una reporter della Nbc che ha parlato con l’ex senatore dopo l’annuncio dell’uscita di scena.

Daschle e la Killefer non erano i soli esponenti del team Obama ad avere problemi con le tasse: il capo del Tesoro Timothy Geithner era stato promosso in Senato pur avendo anche lui evaso il fisco per svariate decine di migliaia di dollari: fu detto a suo tempo, perché il suo posto “era troppo importante per lasciarlo fallire”. Nancy Killefer se n’é dovuta andare per molto meno: 946,69 dollari di contributi non pagati a una ‘colf’, che però “avrebbero potuto costituire una distrazione” nel suo futuro incarico di “verificare riga per riga” il bilancio federale allo scopo di eliminare sprechi. 

CRISI, OBAMA: NON CI DORMO LA NOTTEultima modifica: 2009-02-04T12:54:00+01:00da
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