I ragazzi stanno bene e hanno deciso di rimanere nella casa fienile. L’uomo scoperto grazie ai cartelli diffusi dopo la sua condanna in contumacia.
La casa dove Xavier Fortin viveva coni figli |
ALLEVATORE – Per tutti quelli che frequentavano i mercati di Massat o di Saint-Giron, Michel Duchesne era un semplice allevatore di bestiame. Cinquantadue anni, alto, emaciato, occhi azzurri e lunghi capelli neri, l’uomo non chiedeva nulla a nessuno, e «non aveva mai fatto parlare male di sé», spiega il sindaco di Massat, Léon-Pierre Galy Gasparrou. Certo, nessuno conosceva il suo passato. E il suo stile di vita non era certo usuale. Fortin viveva, con i due figli, in un fienile. A concedergli quello spazio era stato un turista tedesco, che gliel’aveva dato gratuitamente: in cambio, Fortin avrebbe solo dovuto prendersi cura dell’edificio. Grazie ad alcune capre e pecore, a una fonte d’acqua lì vicino e a qualche lavoretto agricolo stagionale, Fortin-Duchesne è riuscito a nutrire sé e i figli ogni giorno. Quanto all’elettricità, la ricavava da alcuni pannelli solari, montati fuori dalla loro baracca. Shahi’yena e Okwari, per tutti questi anni, non sono mai andati a scuola. Ma il padre, ex titolare di una cattedra di scienze naturali, li ha educati personalmente: secondo la polizia l’uomo ha detto di aver «seguito alla lettera i programmi ministeriali».
Le foto segnaletiche dei due bambini sottratti dal padre Xavier Fortin nel gennaio del 1988 |
CONDANNA – Mentre l’uomo costruiva questa vita ai confini della società, l’ex moglie Catherine portava avanti la sua battaglia in tribunale. Il 7 gennaio 2005 l’uomo è stato condannato in contumacia a due anni, per sottrazione di minori. E sono stati proprio i cartelli diffusi in tutta la zona dopo quella condanna a tradire Fortin. Alcuni vicini hanno notato l’estrema somiglianza tra i volti di quei bambini, spariti nel 1998 da una casa di Foix, e quelli dei figli di Duchesne, l’allevatore senza passato. E hanno avvertito la gendarmeria locale. Lo scorso venerdì, la polizia è entrata nella casa di Fortin, arrestandolo. Per qualche istante gli agenti hanno temuto il peggio per i figli dell’uomo, che non erano in casa con lui. Ma l’uomo li ha tranquillizzati, spiegando che erano ad Aléria, in Corsica, per la raccolta delle olive.
LA SCELTA – Al giudice – davanti al quale tornerà per il processo, il prossimo 17 marzo, a Drauguignan – l’uomo ha iniziato a spiegare i dettagli della sua vita, e della vita dei figli. La scelta di separarsi dalla moglie era arrivata un anno prima della fuga, il Natale 1997. I due avevano deciso di vivere una vita frugale ad Adrets, nella regione di Var, ma Christine non voleva portare questa ricerca di essenzialità agli eccessi. E, secondo l’uomo, i figli non volevano più vivere con la madre, a cui erano stati affidati. Subito dopo l’arresto, l’uomo ha fatto appello contro la condanna a due anni di carcere per sottrazione di minori. I due figli hanno scelto di non tornare a vivere con la madre, ma di stare da soli nella loro casa-fienile. La madre, intanto, ha deciso di non fare causa al marito. La donna ha rivisto i figli domenica, ad Ariège, dopo 11 anni d’attesa. Li ha trovati «fisicamente in forma: non si sono mai lamentati di essere stati maltrattati», ha detto il procuratore Leroy. «Ma nessuno sa quanto sarà pesante il trauma psicologico che hanno vissuto». «Mia figlia ha vissuto un calvario pesantissimo», spiega a Le Parisien Claude Martin, 67 anni, nonno materno dei due figli. «Ma ora questo calvario incredibile è finito, finalmente».