CASTELLAMMARE DI STABIA (NAPOLI) – Migliaia di persone stanno sfilando nelle strade della città stabiese, per il corteo anticamorra promosso in risposta all’agguato in cui è stato ucciso martedì il consigliere comunale del Pd Gino Tommasino.
A Castellammare sono giunte folte delegazioni anche da altri comuni, cominciando da Napoli: “Soli non vi avremmo lasciati. Soli mai” ha detto il sindaco del capoluogo campano, Rosa Russo Iervolino, abbracciando il collega di Castellammare Salvatore Vozza. Il corteo si apre con i gonfaloni di dieci comuni dell’area vesuviana e del Comune di Quarto, con gli stendardi della Provincia di Napoli e della Regione Campania.
In corteo anche la moglie del consigliere Tommasino, Liberata, e il figlio 15enne che ha assistito all’omicidio del padre. Iervolino ha abbracciato anche loro prima della partenza. Partecipano al corteo la Fincantieri e l’Avis, le due principali industrie metalmeccaniche di Castellammare di Stabia e tutte le scuole superiori (tra cui il liceo scientifico Francesco Severi, frequentato dal figlio del consigliere Tommasino) i cui studenti scandiscono lo slogan “No alla camorra, sì alla giustizia”.
“Sono qui con una rappresentanza molto ampia della giunta, del Consiglio comunale, delle municipalità di Napoli, tutte le articolazioni dell’amministrazione comunale – ha detto il sindaco Iervolino – proprio come segno di assoluta e piena solidarietà non solo al dolore della città e della famiglia ma all’impegno del sindaco Vozza e dell’amministrazione di Castellammare per sconfiggere la violenza e atti come quello che è avvenuto, inammissibile in una società civile”.
“Non riesco mai a distinguere l’aspetto istituzionale da quello umano – ha detto la Iervolino – anche il nostro territorio ha avuto drammi di questo tipo con Annalisa Durante e Silvia Ruotolo (la ragazza e la giovane madre uccise negli anni scorsi per errore in due diversi agguati di camorra, ndr). Abbiamo dedicato l’altra settimana una scuola ad Attilio Romanò ucciso in un supermercato un mese dopo le nozze. Credo che solo con l’educazione si possa vincere la cultura della camorra e sono i giovani la speranza vera di venirne fuori”.