Il procuratore: «È la normalità del male». L’ordinanza del giudice di Brescia sulla violenza di gruppo che ha portato in carcere quattro giovanissimi
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BRESCIA – Si fa sempre più cupo il quadro dell’inchiesta sullo stupro di gruppo ai danni di una 14enne a Val Sabbia, Brescia. Nella sua ordinanza il gip del tribunale dei minori a proposito dei 4 minori bresciani arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo parla di «ragazzi lasciati a se stessi, abituati a rapporti promiscui, al consumo smodato di alcol e soggetti a pulsioni animalesche». Le indagini, intanto, stanno rivelando una vicenda ancora più raccapricciante di quanto già emerso domenica.
«LA NORMALITÀ DEL MALE» – La vittima dello stupro, la 14enne Chiara, dopo essere stata invitata a una festicciola, è stata fatta ubriacare e poi seviziata in modo cruento. Alla festa erano presenti almeno una quindicina di ragazzi. Ne sono stati arrestati quattro. Nelle ore successive alla sevizie, la vittima, seminuda, è stata notata dalle amiche su un divano in uno stato di semi-incoscienza e soccorsa. Tra gli aspetti inquietanti della vicenda, c’è anche il ritorno nella medesima casa, tanto degli aggressori quanto della vittima, ad appena una settimana dalla violenza. Gli investigatori hanno spiegato che probabilmente la 14enne, tornando nella casa dove era stata stuprata, voleva solo cercare di capire meglio cosa fosse successo e chi fosse stato il responsabile. La violenza risale alla notte tra il 7 e l’8 dicembre scorsi, gli arresti sono stati eseguiti domenica dai carabinieri della Compagnia di Salò. Il procuratore capo dei minori di Brescia, Emilio Quaranta, commentando la vicenda ha parlato di «normalità del male», con riferimento agli atteggiamenti di indifferenza colti durante le indagini tra gli indagati. «Qui – ha detto – la violenza viene percepita come normale»