Dal 2003 sono stati picchiati 818 alunni. La città dell’Illinois è la prima negli Stati Uniti per la delinquenza minorile
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Chicago |
La legge dello Stato, ha notato la tv Cbs2 che ha scoperto lo scandalo, vieta le punizioni corporali nelle scuole, ma negli ultimi anni esse sembrano essere aumentate. La Cbs di Chicago, la città del presidente Obama, ha intervistato uno degli alunni percossi, Trevor Martin di 10 anni, della Robert Emmett Academy (Emmett è un eroe dei diritti civili, un ragazzo nero del profondo sud che fu linciato per un complimento a una giovane bianca). Dopo una breve lite con un compagno, Martin venne sbattuto sul banco dall’insegnante, subì una forte contusione, e dovette andare in ospedale, ma l’insegnante non fu neppure sospeso. «Nella mia classe, oltre a me sono stati picchiati cinque miei compagni», ha lamentato il bambino. «Abbiamo paura perché nessuno ci protegge».
Secondo la Cbs2 non è raro che il personale ricorra alle percosse per ristabilire la disciplina, che spesso viene violata nelle scuole pubbliche di Chicago, la seconda metropoli americana dopo New York (ha superato Los Angeles) ma la prima per delinquenza minorile. Gli allievi più indisciplinati verrebbero schiaffeggiati, percossi con un manganello, una riga e così via. In palestra o corridoio, qualcuno particolarmente turbolento sarebbe stato preso a pugni o calci. La Cbs2 ha ammesso che molte scolaresche di Chicago sono violente, ma ha aggiunto che reagirvi con altra violenza è illecito.
Lo scandalo minaccia di coinvolgere Arne Duncan, il ministro dell’Istruzione dell’amministrazione Obama, che sino a un mese fa era il sovrintendente delle scuole pubbliche di Chicago. La Cbs2 sostiene di averlo più volte sollecitato a intervenire ma di aver ricevuto un tiepido responso: Duncan, un ex campione di pallacanestro, avrebbe promesso di licenziare tutti i picchiatori, ma non avrebbe mantenuto la parola. Il suo successore Ron Huberman si è impegnato ad andare a fondo allo scandalo: ha chiesto alla Commissione comunale all’istruzione presieduta dall’assessore Pat O’Connor di prendere immediate misure.