PRIMI ESPERIMENTI PRESENTATI AL CONGRESSO «AAAS». Potrebbero in futuro servire per fabbricare farmaci direttamente nell’organismo
UN PROTOTIPO – Per costruire il prototipo artificiale i ricercatori hanno usato sostanze lipidiche liofilizzate e le hanno messe in una soluzione di acqua contenete due polimeri, il Peg, (il polietilenglicole) e il destrano (un polimero di zucchero). I lipidi si sono organizzati in vescicole che si sono riempite delle due sostanze. La cosa curiosa, però, è che le due sostanze si sono collocate in due parti distinte della vescicola, un po’ come succede per le molecole contenute nelle cellule «vere» dove certe reazioni avvengono in zone precise del citoplasma. I ricercatori, quindi, pensano che certi processi cellulari possano essere controllati proprio intervenendo sulla posizione delle molecole nel citoplasma. Come? Usando le forze osmotiche, il riscaldamento, il raffreddamento.
«MINIME» FORME DI VITA – La strada è appena cominciata (altri ricercatori hanno già studiato l’inserimento di geni in vescicole di lipidi, hanno trapiantato il nucleo di un microrganismo nella cellula di un altro, hanno creato un cromosoma artificiale) e questa ricerca ha l’obiettivo di creare, in futuro, nuovi tipi di terapia. Diversi da quelli classici che prevedono la somministrazione di un farmaco a un malato più volte al giorno. Con le cellule artificiali si potrebbe pensare di fabbricare direttamente nell’organismo i farmaci, magari sfruttando e modificando sostanze già presenti nell’organismo stesso.