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Meningite, ragazza in coma a Ferrara È allarme: «Lavorava in discoteca»

 

Ha fatto l’animatrice in un locale gremito da 1500 persone. La giovane era impiegata anche in un negozio di parrucchiere. Scattato il protocollo anti-menginococco

 

FERRARA – È impiegata in un negozio di parrucchiere, ma ha lavorato anche come animatrice in una discoteca della zona, la ragazza di 20 anni colpita da una forma di meningite iperacuta da meningococco. La giovane è in coma farmacologico nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale Sant’Anna di Ferrara. Lo riferisce il quotidiano ‘La nuova Ferrara’”.

«FORMA VIOLENTA» – È già scattato il protocollo anti-meningococco, a cui ha collaborato anche lo staff della discoteca (il 7 febbraio, quando la giovane si trovava nel locale, c’erano 1.500 persone), ed è partita la ricerca delle persone che potrebbero essere entrate in contatto con la ragazza. L’idea di un contagio esteso a una intera discoteca ha messo in allarme i responsabili della sanità pubblica ferrarese, che hanno cercato di mettersi in contatto con i clienti del locale con tutti i mezzi: telefono, sms, internet. Il protocollo prevede la profilassi per chi sia stato in contatto con l’ammalato fino a dieci giorni prima dello scatenarsi della meningite: quindi, in questo caso, a partire dal 5 febbraio. «Una forma così violenta fa presupporre un contagio recente – ha detto al quotidiano ferrarese il primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sant’Anna, Florio Ghinelli – Il rischio riguarda comunque chi ha avuto contatti diretti e stretti con la ragazza, magari all’interno di una stanza, non per interposta persona».

 

LA SCHEDA

Meningite: che cos’è

Come avviene il contagio. Quali sono i sintomi. Come si cura. Che cosa bisogna fare per prevenirla

 

CHE COS’ È LA MENINGITE? E’ un’ infiammazione delle meningi, le membrane che avvolgono il cervello. Se non curata in tempo causa disturbi neurologici gravi che, quando non sono letali, possono lasciare un segno profondo: ritardo mentale, epilessia, sordità, paralisi.

BATTERI O VIRUS – La forma più pericolosa è quella provocata da batteri, mentre la meningite provocata da virus in genere è benigna: può passare anche inosservata. I batteri responsabili della meningite li portiamo abitualmente addosso, nelle vie respiratorie, in gola, in bocca; anche il temuto meningococco. Si stima che 5 – 6 persone su cento siano, per periodi più o meno brevi, portatori del batterio e che possano perciò infettare altre persone senza risentirne. Occasionalmente, Questi germi possono dar luogo a infezioni in sedi vicine al cervello: faringiti, tonsilliti, otiti, sinusiti, bronchiti, broncopolmoniti, delle quali approfittano per moltiplicarsi e raggiungere un numero tale da riuscire a invadere il sangue, e attraverso di esso, arrivare alle meningi.

COME AVVIENE IL CONTAGIO – Chiunque, in teoria, può ammalarsi perchè questi germi si trasmettono con le goccioline di saliva, i colpi di tosse e gli starnuti: ma il contagio avviene solo nell’ ambito di contatti diretti (per esempio, con un bacio) o molto stretti, nel raggio di 1 – 2 metri al massimo. Questi batteri, infatti, non riescono a superare distanze maggiori e al di fuori del corpo umano sopravvivono per poche ore .

I SINTOMI –Negli adulti i segni tipici della meningite sono febbre molto alta, mal di testa intenso, rigidità del collo, spesso accompagnati da vomito improvviso senza nausea né dolori addominali.
Nei bambini più piccoli i sintomi sono più sfumati, caratterizzati da febbre (che però manca nel lattante) e sonnolenza (o, al contrario, irritabilità).
Devono far scattare il campanello d’allarme: una febbre molto alta e un forte mal di testa, sopratttutto se «gravativo, avvertito come un «peso», e il vomito

LA DIAGNOSI E LE CURE – La diagnosi sulla natura della meningite, cioè l’identificazione del responsabile, si può fare solo analizzando in laboratorio il liquor (il liquido con cui sono a contatto le meningi, il cervello e il midollo spinale), prelevato con la puntura lombare: ma questi test richiedono tempo, mentre lo spazio per intervenire è di poche ore soltanto. Per questo i medici considerano sempre l’eventualità più grave, quella che si tratti di batteri e iniziano subito, ancor prima che siano disponibili i risultati, a dare per via endovenosa dosi elevate di antibiotici, efficaci su molti batteri e capaci di superare la barriera ematoencefalica, così da colpire tutti i microrganismi che potrebbero essere in gioco. Una terapia ben condotta, che comprenda eventualmente cure intensive e farmaci antinfiammatori per ridurre l’ infiammazione delle meningi, nella maggior parte dei casi consente una guarigione definitiva. E’ molto importante che il trattamento sia essere iniziato entro poche ore dalla comparsa dei sintomi.
Se la terapia non viene messa in atto prima che il batterio abbia invaso le strutture cerebrali provocando danni irreparabili.

LA VACCINAZIONE – L’ unica arma sicura per la prevenzione è il vaccino, che non rientra tra quelli obbligatori, ma deve essere richiesto espressamente dai genitori.

CHE COSA BISOGNA FARE – Chi è venuto in contatto con persone colpite dalla meningite, non deve farsi prendere dal panico, perchè il contagio da individui malati è , relativamente raro (avviene nel 2 – 4 per cento dei contatti). Comunque, per ridurre al minimo i rischi, chi è stato vicino per molto tempo alla persona malata nel periodo in cui questa ha manifestato i sintomi o nei due giorni precedenti viene curato per qualche giorno con antibiotici a scopo profilattico. A questo trattamento vengono sottoposti di solito il coniuge, chi lavora nello stesso ufficio, il personale medico e gli infermieri che hanno curato il paziente.

LA DIFFUSIONE – Nel nostro Paese vengono – secondo quanto riporta l’Istituto Superiore di Sanittà -segnalati circa 200 casi, pari a 3 casi ogni milione di abitanti rispetto ad una media europea di 14. È presente «una forte stagionalità con picchi in inverno e primavera. La distribuzione per età dei pazienti indica una maggior frequenza tra i bambini e gli adolescenti». Il 50% di tutti i casi si registra in soggetti di età inferiore a 17 anni, e il 30% ha fino a cinque anni. La mortalità è del 13% circa, simile a quanto osservato in altri paesi occidentali».

 

 

Meningite, ragazza in coma a Ferrara È allarme: «Lavorava in discoteca»ultima modifica: 2009-02-15T13:20:00+01:00da
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