Affluenza in calo: ha votato il 67,58% degli aventi diritto contro il 71,2% nel 2004. Il governatore uscente indietro di nove punti. Il Pdl primo partito dell’isola. Crolla il Pd
Ugo Cappellacci esulta durante lo scrutinio |
PDL PRIMO PARTITO, CROLLA IL PD – Crolla la coalizione di centrosinistra inchiodata al 38,67% contro il 56,66 del centrodestra. Ma Soru si conferma vincente nella leadership conquistando quasi cinque punti in più della sua coalizione. Cappellacci ne ha presi esattamente 5 in meno. Il Pdl diventa il primo partito nell’isola superando il 30%, il Pd al contrario affonda e non arriva al 25% (un anno fa alle Politiche si attestò al 33% e nelle Regionali del 2004 la somma dei tre partiti confluiti nel Pd, Ds-Dl-Progetto Sardegna, portò una dote attorno al 32%). Nelle fila del centrodestra crescono i Riformatori (dal 6 al 7% circa), si conferma la potenza dell’Udc che viaggia sempre sul 9-10%, mentre il contestato debutto del Psd’Az nello schieramento guidato dal Pdl premia la scelta dei suoi dirigenti (dal 3,83% del 2004 al 4,35 di oggi). Nella casa degli avversari, netto balzo in avanti dell’Idv che passa dallo 0,99% del 2004 all’attuale 5%. Al contrario, scende di un punto il Prc che si attesta al 3%. I dissidenti del Psd’Az, invece, raggruppati con i Verdi nella lista dei Rosso Mori si fermano al 2%. I Socialisti, cinque anni fa alleati con Soru, hanno fatto una corsa solitaria che li ha portati a superare di poco il 2% contro il 3,76 del 2004: una scommessa persa quella di rompere con il centrosinistra, perchè il partito vede sfumare la possibilità di conquistare anche solo un seggio. L’Irs dell’indipendentista Gavino Sale si conferma intorno al 2% come dato di lista, ma la sorpresa è il successo personale del leader che ha superato il 3% nella lista regionale.
SEGGI – A risultato ormai acquisito, una prima proiezione dei seggi ne assegna 54 al centrodestra e 26 al centrosinistra per un totale di 80 consiglieri che andranno a comporre la nuova Assemblea regionale contro gli 85 della precedente legislatura. La schiacciante vittoria dello schieramento guidato da Cappellacci non fa infatti scattare il premio di maggioranza che determina l’eventuale aumento del numero minimo di 80 consiglieri previsto dalla legge. Nella nuova maggioranza 26 seggi verrebbero attribuiti al Pdl, 7 all’Udc, 5 ai Riformatori, 3 al Psd’Az, 2 a Sardegna Unita-Uds e 2 all’Mpa. Nello schieramento dell’opposizione 17 seggi andrebbero al Pd, 3 all’Idv, 2 al Prc, uno ai Rosso Mori, uno al Pdci e uno a La Sinistra. Rispetto al Consiglio regionale uscente, il rapporto si capovolge: nel 2004 il centrosinistra aveva ottenuto 51 seggi (grazie al premio di maggioranza) contro i 34 dell’opposizione.
MANCANO I DATI DI 58 COMUNI – I dati definitivi potrebbero non essere disponibili neppure entro martedì. Finora è stato scrutinato, per le liste regionali, più del 90% delle sezioni, mentre per i voti delle liste circoscrizionali la percentuale è dell’81%. Sono ben 58 i comuni, in tutte e otto le province sarde, che non sono riusciti a trasmettere per intero al centro elaborazione dati della Regione i dati elettorali entro le quattro di martedì, probabilmente per contestazioni sul voto. I presidenti di seggio, in questi casi, hanno spedito i plichi con le schede ai rispettivi uffici elettorali circoscrizionali costituiti nei tribunali, che dovranno esaminare il materiale e stendere i rispettivi verbali di scrutinio. Fra i comuni che non hanno trasmesso entro i termini i dati alla Regione o l’hanno fatto parzialmente figurano Sassari, Villacidro (Medio Campidano), Sestu, Pula, Assemini, Quartu Sant’Elena e Selargius (Cagliari), Santa Teresa di Gallura (Olbia-Tempio) e Ozieri (Sassari). Le polemiche e le contestazioni ai seggi sono il frutto soprattutto del voto disgiunto sul quale si sono avute accese discussioni e richieste di consultazioni “in diretta” con gli uffici elettorali dei comuni. In pratica stanno emergendo dubbi interpretativi, nonostante la Regione abbia distribuito in tutti i seggi un apposito vademecum con le varie ipotesi. Soprattutto quando – come prevede la legge – vi è un voto di preferenza per un candidato in una circoscrizione provinciale e un voto diverso per il presidente, cioè non allo stesso candidato governatore a cui è collegata la lista.
CAPPELLACCI : «SI TORNA A SORRIDERE» – «La Sardegna sta tornando a sorridere» sono state le prime parole di Cappellacci nella sala stampa del suo quartier generale. «Le prime cose che farò? Risolvere le emergenze lavoro, occupazione, povertà e poi vorrei che questa Giunta si distinguesse dalla precedente perchè vorrei essere realmente vicino nei territori e dare la voce ai sardi». Quanto è stato determinante Berlusconi? «È stato determinante soprattutto per la popolarità – osserva Cappellacci – perché io rappresento il cambiamento, sono nuovo della politica, i più non mi conoscevo e lui mi ha dato una grande mano. L’ho sentito poco fa era molto contento. Credo che questa sintonia tra governo nazionale e regionale sia la grande opportunità per questa terra». «Ora modificheremo il Piano paesaggistico regionale» è la promessa del neo-presidente intervistato da Maurizio Belpietro su Canale 5. «Lo faremo sempre in nome della tutela del territorio -ha spiegato – che è la nostra più grande risorsa».
IL PREMIER: «VINCIAMO, C’HO MESSO LA FACCIA IO»- Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha fortemente sostenuto la candidatura di Cappellacci, si era detto già lunedì sera «fiducioso». «Se perdo, perdo io. Ma, non vi preoccupate, vinciamo. Ci ho messo la faccia io…» è il messaggio che il premier avrebbe fatto pervenire al quartier generale di Ugo Cappellacci in serata. «Sono ottimista, le cose stanno andando per il meglio», avrebbe spiegato al telefono ad alcuni deputati sardi. Martedì mattina però il presidente del Consiglio ha negato di aver fatto dichiarazioni sul voto. «In ordine all’andamento degli spogli e ai risultati delle elezioni in Sardegna, sino ad ora non ho rilasciato alcuna dichiarazione. Le frasi che mi sono state attribuite sono pura invenzione» ha detto Berlusconi.
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AFFLUENZA IN CALO – In totale ha votato il 67,58% degli aventi diritto. Affluenza in calo dunque rispetto alle regionali del 2004, quando votò il 71,2% dei sardi chiamati alle urne (le consultazioni regionali in quell’occasione si svolsero in concomitanza con le europee e con una tornata di amministrative).