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Veltroni rimette il mandato No dei vertici del Pd: «Resti»

 

E Di Pietro attacca: «noi l’unica opposizione». Il segretario si prende altro tempo per decidere. Non escluse le dimissioni. Vertice nel pomeriggio

 

Walter Veltroni
ROMA – Il pesante insuccesso alle regionali in Sardegna scuote il Pd e ora Walter Veltroni medita l’addio. Aprendo in mattinata il coordinamento del partito (presenti tra gli altri Pier Luigi Bersani, Enrico Letta, Rosy Bindi, Piero Fassino e i capigruppo di Camera e Senato Antonello Soro e Anna Finocchiaro) dedicato proprio alla sconfitta elettorale del centrosinistra in Sardegna, il segretario dei democratici ha messo il suo mandato a disposizione. «Se per molti sono un problema, io sono pronto ad andarmene per il bene del partito» avrebbe detto Veltroni, raccogliendo il secco “no” del vertice del partito.

DIMISSIONI NON ESCLUSE – I vertici del Pd infatti hanno respinto le dimissioni di Veltroni , confermandogli piena fiducia. Il leader dei democratici a questo punto ha scelto di prendersi un po’ di tempo: un’ora e mezza per riflettere e decidere. La riunione del coordinamento è stata aggiornata alle 15.30 proprio per concedere al segretario un momento di riflessione. A quanto si apprende, Veltroni non escluderebbe di dimettersi nonostante la sua proposta di rimettere il mandato sia stata respinta all’unanimità dai big del partito. Durante il coordinamento, il segretario dei democratici avrebbe spiegato che il partito sta pagando il prezzo delle divisioni e dei continui distinguo, confessando anche di aver già fatto molta fatica a gestire quest’ultima fase.

MANDATO PIENO? – Nessuno dei partecipanti alla riunione, racconta chi era presente, avrebbe preso in considerazione l’ipotesi di un congresso anticipato, mentre Anna Finocchiaro avrebbe chiesto la convocazione della direzione, non ritenendo il coordinamento la sede politica idonea per una vera discussione sull’analisi del dopo-Sardegna. È propobabile, azzarda qualcuno dei big democratici, che Veltroni alla fine opti per una sorta di nuova investitura, per avere un rinnovato mandato pieno così da ricalibrare la linea, ma allo stesso tempo, far rientrare le critiche interne, ricompattando il partito. L’obiettivo a quel punto diventerebbe quello di capovolgere il risultato sardo in vista delle elezioni europee e amministrative.

VELTRONI E CACCIARI – «Veltroni faccia quello che non è riuscito a fare finora. Ha il pieno rinnovo della mia fiducia per fare un partito nuovo» è la richiesta di Francesco Rutelli, mentre secondo il sindaco di Venezia Massimo Cacciari le responsabilità della sconfitta del Pd in Sardegna non sono da attribuire né a Soru né a Veltroni. «È il Pd nel suo insieme che non va» ha detto il primo cittadino di Venezia.

DI PIETRO – Da parte sua intanto anche il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro tira le somme del voto in Sardegna, senza risparmiare una stilettata al partito democratico: noi dell’Italia dei valori, sostiene l’ex pm, siamo «l’unica opposizione» rimasta nelle istituzioni e nelle piazze, che ora vuole «costruire un’alternativa al modello di dittatura sudamericana che sta portando avanti Berlusconi». «L’Idv sale e il Partito democratico scende. Ciò dimostra che quando si sta all’opposizione si fa opposizione e non si “fa ammuina”. Se il Pd non decide se essere maschio o femmina, finisce per non essere nessuno» afferma ancora Di Pietro.

 

 

 

Veltroni rimette il mandato No dei vertici del Pd: «Resti»ultima modifica: 2009-02-17T16:10:00+01:00da
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