Il più giovane è stato bloccato nella capitale, l’altro a Livorno. Il primo, riconosciuto da vittime, ha confessato, hanno 20 e 36 anni
Fermati i due romeni responsabili della violenza sessuale nel parco della Caffarella a Roma. Nella foto Alexandru Isztoika Loyos, 20 anni e Karol Racz, 36 anni (foto sopra), preso in un campo nomadi a Primavalle, nella capitale: ha confessato ed è stato riconosciuto dai due fidanzati aggrediti
ROMA – Sono stati catturati i due romeni presunti autori dello stupro avvenuto la sera di San Valentino nel parco della Caffarella a Roma. Hanno 20 e 36 anni: il più giovane, Alexandru Isztoika Loyos, ha confessato nella notte ed è stato riconosciuto dalla 14enne vittima della violenza e dal fidanzato. Era stato fermato martedì sera dalla polizia in un campo nomadi abusivo a Primavalle, a Roma, grazie all’identikit basato sulla testimonianza dei due fidanzati. Nella sua tenda è stato trovato un paio di pantaloni con macchie di sangue, ora al vaglio della Scientifica. Il complice più anziano, Karol Racz, è stato preso nella notte a Livorno grazie alle indicazioni di Loyos. Voleva scappare in Spagna. Decisiva nell’intera operazione la collaborazione della polizia romena.
«L’HO FATTO PER DISPETTO» – Martedì sera Alexandru Isztoika Loyos, che in Romania faceva il pastore, è stato portato in questura insieme a sette connazionali per accertamenti. Durante l’interrogatorio i sospetti nei suoi confronti si sono trasformati in pesanti indizi, fino alla confessione al pm, Vincenzo Barba, con conseguente provvedimento di fermo. «Non so perché, non so come è successo, volevamo solo rapinarli, poi improvvisamente tutto è cambiato», ha detto il 20enne in un passaggio della confessione. Ha ammesso che la 14enne è stata stuprata prima da lui e poi dal complice, che avevano appena rapinato i due fidanzati. «Perché l’ho fatto? Per dispetto» ha detto ancora Loyos. Il capo della Mobile, Vittorio Rizzi, ha spiegato che «non si rendeva conto dell’accaduto». Durante l’interrogatorio non ha pianto, apparendo impassibile e privo di rimorso. Poco prima dell’alba, intorno alle 5.30, la polizia è arrivata al complice in fuga, anche lui sottoposto a fermo. Era in un campo nomadi del Cisternino, nella campagna livornese, al confine con il comune di Collesalvetti. Karol Racz, 36 anni, è arrivato intorno alle 9.20 in Questura a Roma.
CAMPO NOMADI – L’uomo aveva trovato rifugio nell’insediamento nella notte tra domenica e lunedì, dopo aver raggiunto Livorno in pullman, ma non ha raccontato agli abitanti del campo il motivo per cui era scappato dalla capitale. Ha scelto quell’accampamento perché in passato aveva abitato lì e lavorato come raccoglitore di materiali in ferro prima di trasferirsi a Roma, circa cinque mesi fa. Proprio i nomadi del campo hanno contribuito al fermo, confermando agli agenti che il romeno era arrivato da Roma la notte di domenica. Il blitz è stato eseguito dalle Squadre mobili della capitale e di Livorno.
FOTOSEGNALAZIONI IN QUESTURA – «I due fermati erano soliti andare in giro per i parchi, in questo caso a scopo di rapina – ha detto Rizzi -. Il 20enne ha raccontato che avevano avvicinato la coppia per rapinarla ma che poi avevano trovato la ragazza molto carina. Da qui sarebbe nato il proposito di abusarne». Entrambi erano già noti alle forze dell’ordine di Roma e negli archivi della Questura c’erano le loro fotosegnalazioni: erano stati identificati il 24 gennaio dopo i controlli in una baraccopoli a Primavalle, seguiti allo stupro di via Andersen (e gli inquirenti non escludono che i due possano essere coinvolti anche in questa violenza). Racz ha menomazioni a una mano indicate sia dalla 41enne stuprata in via Andersen che dalla 14enne violentata alla Caffarella. Inoltre nella notte i funzionari della Squadra mobile hanno mostrato alla 41enne una foto del romeno e lei lo ha riconosciuto. «È lui, è lui, non lo posso dimenticare» ha detto tra le lacrime. Loyos era stato anche arrestato per furto e ricettazione. A suo carico nel 2008 l’ex prefetto di Roma Carlo Mosca aveva firmato un decreto di espulsione, poi annullato da un giudice di Bologna. Racz non aveva precedenti in Italia, ma in Romania aveva scontato tre anni di carcere per furto e ricettazione, dal 1999 al 2002.
RICONOSCIUTO DAI FIDANZATI – Martedì Loyos era stato riconosciuto dalla 14enne violentata nel parco della Caffarella e dal suo fidanzato. I due hanno confermato che il 20enne, già indicato dopo una ricognizione fotografica, è uno degli aggressori. «Non voglio più vedere questa foto» ha detto la ragazza, che alla vista del volto del romeno ha avuto una forte reazione emotiva. In giornata il pm, che ipotizza i reati di violenza di gruppo e rapina, chiederà la convalida dei fermi e gli interrogatori di garanzia dei due romeni si terranno probabilmente tra giovedì e venerdì.
TRACCE BIOLOGICHE – Il prossimo passaggio istruttorio è l’affidamento – probabilmente in giornata – delle consulenze tecniche sulle tracce biologiche rinvenute nel parco della Caffarella e su quanto repertato dagli investigatori (tra cui mozziconi di sigarette e macchie sugli abiti della minorenne). I risultati degli accertamenti dovranno suffragare le ammissioni del giovane pastore romeno e le parole dei fidanzati. Sinora i due resoconti sono pressoché sovrapponibili.
«RAGAZZI STRAORDINARI» – «Quanto accadano fatti così gravi non ci sentiamo di festeggiare un successo: sono contento che siamo arrivati alla soluzione in tempi brevi, grazie soprattutto alla testimonianza di questi due ragazzi straordinari. Hanno dimostrato una forza, una determinazione e una grinta eccezionale, in special modo la ragazza» ha commentato Rizzi. E il questore Giuseppe Caruso: «Un lavoro fatto in strada, di pura investigazione, di intuito e senza l’aiuto di supporti tecnici. Un lavoro da veri poliziotti». I due fermati non hanno mai acceso i cellulari rubati alle vittime. Il lavoro della Squadra mobile è partito dalla descrizione fatta dai due fidanzati ed è arrivato ai due romeni dopo aver passato al setaccio i campi nomadi della città. Durante la conferenza stampa in Questura uno di funzionari di polizia romena che hanno collaborato alle indagini ha detto che il suo Paese è disponibile ad altre indagini: «Se bisogna aumentare il numero (degli agenti, ndr), la Romania è disponibile. La ccoperazione non finisce qui».
SCHIFANI E FINI RINGRAZIANO – «Quanto accaduto rinforza in tutti noi la fiducia nelle forze dell’ordine alle quali rinnovo il mio apprezzamento, il mio ringraziamento e sono certo di interpretare il pensiero di tutta l’Aula – così il presidente del Senato Renato Schifani ha commentato il fermo dei presunti stupratori -. I cittadini si attendono dallo Stato, nei confronti degli autori di delitti così gravi, indagini pronte e risolutive, una giustizia severa ed efficace, una pena che corrisponda alla gravità dei reati e che sia scontata nella sua pienezza». Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini ha inviato al questore Caruso «vivo apprezzamento per l’attività investigativa che ha portato in poco tempo all’arresto dei due presunti responsabili dello stupro della Caffarella». Fini ha espresso alle forze dell’ordine «la soddisfazione sua e della Camera per il brillante risultato conseguito». Il ministro dell’Interno Roberto Maroni si è congratulato con il prefetto Antonio Manganelli e il questore Caruso e ha sottolineato che «la celerità con cui si è arrivati al fermo dei due presunti responsabili ha impedito che uno dei due fuggisse all’estero per sottrarsi alla cattura».