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«Pizzo» sui sussidi ai disoccupati Banche sotto accusa in trenta Stati

 

 

Un’inchiesta giornalistica svela i guadagni stellari dei gruppi bancari. Senatori e governatori contro gli istituti che erogano i contributi e lucrano sulle commissioni

 

WASHINGTON – In trenta dei cinquanta stati americani, l’erogazione dei sussidi di disoccupazione è affidata alle banche. E le banche, in pratica, chiedono il pizzo ai disoccupati: non solo riscuotono gli interessi sui soldi depositati dallo Stato sui loro conti correnti, consegnano loro anche «carte di disoccupazione», quasi carte di credito, perché vi accedano; si fanno pagare per il loro uso a ogni transazione; e se i disoccupati spendono più di quanto ricevuto impongono una multa fino a 20 dollari.

LO SCANDALO NEL MISSOURI – A St. Louis nel Missouri, uno stato su cui l’Associated Press ha svolto una indagine, una disoccupata, Rachel Davis di 38 anni, per incassare 40 dei propri dollari ha dovuto pagarne 6. L’Ap ha calcolato che, provvedendo a 95 mila disoccupati, la Central Bank guadagna in questo modo oltre mezzo milione di dollari alla settimana. E’ esploso una scandalo, e alcuni deputati, tra cui Russ Carnahan del Missouri, hanno chiesto l’immediato intervento del Congresso. Steven Adamske, della Commissione ai servizi finanziari della Camera, ha ammonito le banche che lo stato potrebbe penalizzarle. Molte banche, ha sottolineato, dal Citigroup alla Bank of America, hanno ricevuto prestiti di decine di miliardi di dollari dal governo federale: «Hanno il dovere, in cambio, di aiutare i disoccupati» ha detto.

«UNA TASSA ILLEGALE» – La questione è stata anche sottoposta ai governatori dei trenta Stati: la governatrice del Missouri Jane Nixon sta negoziando con la Central Bank una riduzione di quella che un’altra deputatessa, Rachel Stork, definisce «una tassa illegale». Il motivo per cui i trenta Stati, ai quali stanno per aggiungersene altri dieci, ricorrono alle banche è che riducono i costi: non stampando e non distribuendo assegni, a esempio, il Nuovo Messico risparmia 1 milione e mezzo di dollari annui. Ma un disoccupato, Mark Harrington di 45 anni, di St. Louis, ha protestato con l’Associated press di sentirsi defraudato: «E’ una truffa ai nostri danni».

SENZA LAVORO – A causa della grave crisi finanziaria, si calcola che l’anno venturo in America i sussidi di disoccupazione supereranno i 10 miliardi e mezzo di dollari, e le banche ne trarranno ingenti profitti. Le banche ribattono che i disoccupati possono incassare i sussidi tutti di un colpo senza pagare nulla. Pochissimi però lo fanno nel timore di spenderli subito. E chi non ha conti correnti in banca? E’ costretto a ricorre a speciali agenzie private, che onorano l’assegno dello Stato, ma che trattengono il 2 per cento.

 

«Pizzo» sui sussidi ai disoccupati Banche sotto accusa in trenta Statiultima modifica: 2009-02-20T23:24:48+01:00da
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