Conti: «saremo secondi in Europa, accelerano le sinergie». Acciona (Entrecanales) esce in cambio di impianti nelle rinnovabili per 2,9 miliardi. Mediobanca advisor
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OPERAZIONE DA 9,6 MILIARDI – L’operazione, precedentemente approvata dal cda dell’Enel presieduto da Piero Gnudi, vale 9,6 miliardi. In pratica lo stesso prezzo previsto dal contratto tra Enel e Acciona nel 26 marzo 2007. E Acciona (Lazard advisor) ha contestualmente acquisito da Endesa alcuni asset operativi eolici e idroelettrici, per un valore di 2,9 miliardi. Il finanziamento dell’operazione — precisa una nota dell’Enel — è stato garantito da un prestito sindacato di 8 miliardi, concordato con un pool di 12 banche: Mediobanca, come capofila, e poi Banco Santander, Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, Intesa Sanpaolo, Royal Bank of Scotland, La Caixa, Calyon, Bnp Paribas, Natixis, Caja Madrid, Bank of Tokyo- Mitsubishi e Unicredit. Il prestito prevede il rimborso di una quota, pari a poco meno del 70%, a 5 anni (5,5 miliardi in scadenza nel 2014) e, per la parte restante, a 7 anni (2,5 miliardi in scadenza nel 2016). In seguito a questa operazione, il debito netto dell’Enel risulta così in crescita a circa 11,7 miliardi. Adesso si apre la partita per il vertice di governo di Endesa. Tra le prime ipotesi, rilanciate ieri dal quotidiano spagnolo El País, il posto di presidente dovrebbe passare da José Manuel Entrecanales a Rafael Miranda, attuale consigliere delegato e uomo di Endesa da molti anni, che si sarebbe conquistato la fiducia del gruppo italiano. Mentre alla guida esecutiva di Endesa, con le funzioni di ammini-stratore delegato, dovrebbe andare Andrea Brentan, che lascerebbe così la vicepresidenza dell’elettrica spagnola. La stampa spagnola non ha risparmiato critiche al governo di Madrid per la conclusione dell’operazione, ricordando l’atteggiamento dello stesso governo che nel 2005 aveva sostenuto l’opzione di creare un «campione nazionale» attraverso una fusione di Endesa con il gruppo catalano Gas Natural. Dà però atto all’Enel di aver compreso l’importanza di mantenere l’«ibericità» di Endesa, indicando tra l’altro la possibile nomina proprio di uno spagnolo, Miranda, come presidente.