NEW YORK – Nel giorno del quarto salvataggio in cinque mesi di Aig, Wall Street affonda, in scia all’Europa, con i timori per la ripresa economica che appare sempre piu’ lontana e la paura per lo stato di salute delle banche, per le quali la strada sembra tutta in salita. Il Dow Jones chiude, per la prima volta dal 1997, sotto quota 7.000 punti: l’indice perde infatti il 4,3% (quasi 300 punti) a 6.760 punti. Affonda anche lo S&P 500 che, dopo essere sceso sotto i 700 punti per la prima volta dal 1996, chiude in calo del 4,7% 700,82 punti, cioe’ ai minimi da 13 anni con la complicita’ della brusca frenata delle quotazioni petrolifere (-10%) e delle banche. Il Nasdaq cede il 3,99% a 1.322,85 punti. Dall’inizio dell’anno lo S&P 500 ha perso il 22,4%, il Dow Jones il 22,9% e il Nasdaq del 16,1%. ”Gli investitori hanno finalmente compreso che la recessione sara’ piu’ profonda e piu’ lunga, e la ripresa poco decisa. E soprattutto che il governo non ha in mente nessuna soluzione che possa instillare fiducia nei mercati”, spiegano alcuni analisti, precisando che la debolezza degli indici di borsa e’ legata soprattutto alle condizioni del mercato del credito e del settore finanziario. Alcuni osservatori prevedono ulteriori flessioni per i listini, con il Dow Jones che potrebbe rivedere quota 6.000 punti. ”La gente sta abbandonando il settore finanziario, dove le vendite si mantengono su ritmi sostenuti”, aggiungono gli analisti, spiegando come l’ondata di vendite odierna e’ stata fra l’altro innescata dal nuovo salvataggio di Aig, i cui titoli chiudono in progresso del 7%. Il colosso assicurativo ha chiuso il quarto trimestre con una perdita record, la maggior mai accusata da una societa’ americana, pari a 61,7 miliardi di dollari. Fra i singoli titoli in calo Citigroup, -20%, ma scendono anche Alcoa (-12%), General Motors (-11%) e General Electric (-11%).
EUROPA AI MINIMI DAL 2003
MILANO – Questa volta a scatenare l’effetto domino sulle Borse sono i conti della banca inglese Hsbc. Numeri che hanno allarmato i mercati, al punto da spingere gli investitori a vendere massicciamente. E alla fine della giornata il colpo e’ duro da incassare: altri 200 miliardi di capitalizzazione bruciati nel Vecchio Continente e gli indici che tornano a passo di gambero sui livelli del marzo 2003.
Al tappeto quindi tutti i listini, che hanno replicato al maxi-tonfo dello scorso 5 dicembre. E cosi’ se l’indice paneuropeo (Dj Stoxx 600) ha lasciato sul terreno 4,8 punti percentuali, Piazza Affari ha fatto peggio mandando in fumo altri 18 miliardi di euro: il Mibtel e’ caduto infatti del 5,67% a 11.861 punti (S&P/Mib meno 6,02% a 14.362 punti). Non e’ andata meglio a Londra (-5,33%), Parigi (-4,48%) e Francoforte (-3,48%).
A destabilizzare i mercati, oltre l’effetto Hsbc, hanno contribuito altri fattori. In primo luogo, l’avvio in rosso di Wall Street (Dow Jones -3,5% alle ore 18,40 circa), tramortita dalla maxi-perdita del colosso assicurativo Aig, tornato a batter cassa al Tesoro statunitense (30 miliardi di dollari). A questo si sono aggiunte le parole del guru della finanza a stelle e strisce, Warren Buffet, che ha parlato di ”massacro” per definire l’attuale situazione dei mercati. Senza sottovalutare infine la brusca frenata delle materie prime col petrolio che a New York e’ precipitato a quota 41 dollari al barile (-7%). Insomma, un nuovo lunedi’ nero. E il copione e’ sempre lo stesso, con i titoli delle banche bersagliati dalle vendite (Dj Stoxx banks -10%).
Dalle sale operative sono arrivati addirittura a ipotizzare che qualche colosso finanziario stesse per azzerare il proprio portafoglio azionario, limitando cosi’ l’esposizione al fronte bancario. In picchiata quindi Hsbc, che ha perso circa il 20%, dopo che in mattinata era stata sospesa preventivamente dalle contrattazioni a Hong Kong in vista della presentazione dei conti. A picco anche le altre con Fortis (meno 17%), Ubs e Banco di Bilbao (entrambe meno 10%). Oltre alle italiane UniCredit (-9,1%) Intesa SanPaolo (-8%) e Banco Popolare (-8,3%).
E’ andata un po’ meglio al settore automobilistico che ha arginato le perdite intorno ai 2 punti percentuali, grazie ai conti di Volkswagen (-0,45%). L’azionista di controllo Porsche ha chiuso pressoche’ invariata (-0,09%), mentre nel settore si e’ mossa in controtendenza Fiat (+1,6%) in attesa della pubblicazione delle immatricolazioni a febbraio (quota mercato salita al 32%, ma il mercato ha segnato un meno 24,4%).
Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse mondiali:
– Tokyo -3,81%
– Londra -5,33%
– Parigi -4,48%
– Francoforte -3,48%
– Madrid -4,60%
– Milano -6,02%
– Amsterdam -3,30%
– Stoccolma -3,30%
– Zurigo -5,38%.