Protagonista del maxi-furto un manager della banca della Svizzera italiana. L’istituto aveva sporto denuncia, simulava autorizzazioni per bonifici o prelievi. in manette anche due complici
MILANO – Ha “distratto” fondi per 23 milioni di euro. Fuori dai tecnicismi, ha rubato. Protagonista del maxi-furto un manager della banca della Svizzera italiana (Bsi), la più antica del Canton Ticino. Lo stesso istituto ha denunciato il fatto alla Guardia di Finanza, che ha avviato gli accertamenti facendo scattare l’operazione «Silvan», come il famoso mago. La vicenda si è conclusa con l’arresto del ladro, anche lui abile (ma evidentemente non troppo) a far sparire le cose.
ARRESTATI DUE COMPLICI – Il manager, che si occupava della gestione dei grandi patrimoni, avrebbe simulato nel tempo di aver ricevuto dai clienti della banca d’affari disposizioni di autorizzazione, orali, scritte o telefoniche, per bonifici o prelievi in contanti. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Caterina Interlandi è stata eseguita dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Milano e riguarda anche due complici del bancario, anche loro accusati di associazione a delinquere finalizzata al furto aggravato dalla fraudolenza. I due, già arrestati dalla magistratura svizzera, si sarebbero occupati dell’organizzazione delle strutture societarie «per convogliare il denaro carpito con le fraudolente movimentazioni del manager bancario».
CONTI IN ITALIA E ALL’ESTERO – Secondo gli investigatori, i soldi sarebbero stati convogliati in conti di altre persone e società in Italia e all’estero, che avrebbero simulato transazioni immobiliari per giustificare i passaggi di denaro. Grazie anche alle collaborazione con le autorità elvetiche, nel corso delle indagini sono stati ricostruiti i flussi finanziari e sono stati sottoposti a sequestro, in Italia e in Svizzera, somme e titoli per un valore di oltre 12 milioni di euro. Le fiamme gialle spiegano che «nel frattempo, grazie alle informazioni quotidiane scambiate con la polizia cantonale elvetica, tre dei soggetti indagati venivano arrestati in Svizzera, lo scorso febbraio, con l’accusa di truffa, amministrazione infedele e riciclaggio».