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«Parcelle troppo alte» Super divorzista sospesa

 

Contestata separazione con un anticipo di 39 mila euro Tre mesi di stop per Annamaria Bernardini de Pace

 

L’avvocato Annamaria Bernardini de Pace (suocera dell’attore Raul Bova) è una presenza costante su giornali, tv e in libreria

MILANO — «L’avvocato non può decidere di autoesonerarsi dalla tariffa professionale e dai canoni deontologici relativi alla determinazione del compenso » solo perché «li ritiene non adeguatamente remunerativi della propria attività» svolta. Duplicazione o meno di voci di parcella all’interno della distinzione tra attività giudiziale e stragiudiziale, rapporto tra fondo spese e attività svolta, modalità di risposta ai chiarimenti chiesti da una cliente: sono questi gli ambiti per i quali il Consiglio nazionale forense (Cnf) ha inflitto la sospensione per tre mesi dall’Albo degli avvocati ad Annamaria Bernardini de Pace, una delle matrimonialiste più gettonate d’Italia, spesso alla ribalta pubblica sia per l’assistenza professionale prestata a tanti volti noti (da Simona Ventura e Eros Ramazzotti, da Katia Ricciarelli a Romina Power) sia per i riflessi di legami familiari (è la suocera dell’attore Raul Bova), sia per la presenza costante su giornali e tv e in libreria quale esperta del settore.

I CASI – Quattro i casi sui quali il Cnf presieduto da Guido Alpa, in conformità alle richieste dell’avvocato generale di Cassazione, Domenico Iannelli, ha ritenuto di accogliere le conclusioni disciplinari dell’Ordine milanese (rappresentato dall’avvocato Alessandra Noli) sugli esposti di altrettante clienti, optando per la sanzione della «sospensione» dall’11 marzo all’11 giugno che è misura (esposta in Tribunale nelle bacheche dell’Ordine) più severa dell’«avvertimento» e della «censura», e meno grave solo della «radiazione». In un caso il problema verte su un fondo spese di 39 mila euro chiesto, secondo l’esposto della cliente, anche in vista delle future azioni processuali che invece poi non ci furono perché i coniugi si accordarono per una separazione consensuale: a quel punto la cliente chiese la restituzione di parte della somma anticipata, ma l’avvocato rispose che l’intera somma compensava l’attività stragiudiziale già svolta (studio della controversia, elaborazione delle strategie, ricerca dei documenti) e rivelatasi così efficace da indurre il marito a capitolare in due mesi. Due altri esposti nascono da note spese nelle quali, accanto alla parcella per l’attività giudiziale prestata nel processo, l’avvocato esponeva alle clienti un’altra richiesta (18 mila euro e 10 mila euro) per attività stragiudiziale: per il Cnf in questo modo sarebbe stata duplicata la voce «consultazione con il cliente», con applicazione di un ulteriore onorario per ogni telefonata o lettera con il committente. Una quarta cliente, che (dopo aver ottenuto un forte sconto sulla parcella per la sua causa matrimoniale) a distanza di tempo aveva chiesto all’avvocato se fosse possibile ipotecare gli immobili del marito, ha lamentato che l’avvocato le avesse risposto o di aprire una nuova pratica presso lo studio (quindi nuovo onorario) oppure di rivolgersi a un altro legale. Atteggiamento che Bernardini de Pace rivendica, sostenendo che rispondere alla domanda avrebbe comportato (alla luce di una sentenza della Cassazione uscita poco prima) lo studio di tutt’altra e diversa questione rispetto a quella precedentemente trattata.

Luigi Ferrarella

«Parcelle troppo alte» Super divorzista sospesaultima modifica: 2009-03-21T15:33:08+01:00da
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