Eseguito il provvedimento voluto dal sindaco Iervolino: «pessimo gusto». L’opera dell’artista Sebastiano Deva era esposta alla mostra al Pan di Napoli
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Il crocifisso avvolto con il profilattico (Press Photo) |
NAPOLI – E’ stato rimosso dagli organizzatori della mostra al Pan di Napoli il crocifisso avvolto in in priofilattico, che venerdì aveva creato polemiche e malumori nella giunta comunale (l’artico in fondo uscito venerdi). Il sindaco Rosa Russo Iervolino aveva ordinato di toglierlo ma non era mai arrivato il diktat ne’ alla curatrice della mostra, Iulia Draganovic, ne’ all’artista, Sebastiano Deva.
PRIMA LO SPOSTAMENTO, POI LA RIMOZIONE – Venerdì era stato solo spostato in una sala ed era stata spenta la telecamera che lo proiettava su una parete del museo. Sabato pomeriggio invece è scattata la decisione «per rispetto degli altri artisti che partecipano al format». La conferma di questo provvedimento è stata data dallo stesso Deva ad Agr.
L’articolo di venerdi
Il sindaco prende posizione. Iervolino: l’opera di Deva è di pessimo gusto. Oddati elimini questo sconcio. Il primo cittadino tuona contro il Cristo «velato» dal condom esposto al Pan: quello che manca è l’arte. Rosa Russo Iervolino spara a palle incatenate contro l’opera di Sebastiano Deva, esposta al Pan che rappresenta un crocefisso coperto da un condom. «È chiaro che, quando manca l’ispirazione artistica – dice il sindaco di Napoli riferendosi chiaramente alla contesta opera dell’artista napoletano – si tenta di far parlare di sé anche con operazioni artistiche di pessimo gusto e che non rispettano – come si dovrebbe – il sentimento religioso dei cittadini. Naturalmente, quando chiedo il rispetto del sacro, mi riferisco a tutte le religioni e non intendo comprimere la libertà dell’arte. Ma, lo ripeto, in questo caso, quello che manca è proprio l’arte, mentre regna sovrano il pessimo gusto. Sono sicura – conclude la prima cittadina lanciando così un chiaro messaggio al suo assessore – che la saggezza dell’assessore Oddati eliminerà questo sconcio, senza naturalmente che il Pan e l’arte abbiano a soffrire».