SECONDA GIORNATA DEL VIAGGIO IN ANGOLA. Anche otto feriti per la ressa davanti all’impianto di Luanda, dove il Pontefice ha poi incontrato i giovani
(Ap) |
LUANDA – Due persone sono morte e almeno altre otto sono rimaste ferite nella calca per entrare allo stadio «Dos Coquiros» di Luanda dove Benedetto XVI ha poi presieduto l’incontro con i giovani. L’agenzia Lusa ha poi precisato che l’incidente è avvenuto mentre migliaia di persone si accalcavano per entrare allo stadio circa quattro ore e mezzo prima dell’arrivo del Papa allo stadio. La polizia e il personale sanitario per ore non hanno reso noto l’accaduto. Le due vittime sarebbero due giovani, un ragazzo e una ragazza, entrambi morti sul posto. Il Papa e la delegazione vaticana non sono stati informati della tragedia avvenuta poco prima che cominciasse l’incontro tra lo stesso Benedetto XVI e i giovani. Secondo fonti degli Scout, invece, le due vittime sono svenute, forse per mancanza di cibo o di acqua, e morte poi in ospedale.
LA MESSA – Si era aperta con la solenne messa con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, nella Chiesa di San Paolo di Luanda, la seconda giornata di Papa Benedetto XVI in Angola. Alla celebrazione sono presenti circa 1.500 persone. Nel pomeriggio, alle 16.30, il Pontefice incontrerà i giovani nello stadio «Dos Coqueiros» di Luanda. Tra di loro ci saranno anche orfani, mutilati, vittime della guerra civile che per 27 anni ha piegato l’Angola. Il Pontefice è arrivato venerdì in tarda mattina all’aeroporto di Luanda, proveniente da Yaoundè, prima tappa del tour africano.
LOTTA A STREGONERIA E SPIRITISMO – Papa Benedetto XVI ha esortato la Chiesa cattolica africana a non fare compromessi con le superstizioni locali del continente ed anzi ad opporsi con decisione alla stregoneria e agli spiritismi, credenze che talvolta – ha denunciato – comportano persino sacrifici umani. La Chiesa deve contribuire a sradicare questo orrendo fenomeno. Nella parrocchia di Sao Paulo a Luanda, nella seconda giornata di visita in Angola, Ratzinger ha incontrato il clero e i laici cattolici, migliaia di persone tra vescovi, preti, suore, movimenti religiosi, in parte rimasti fuori, nel piazzale antistante. «Oggi spetta a voi, fratelli e sorelle – ha detto il Papa ricordando i primi missionari portoghesi sbarcati nell’Africa sub-sahariana 500 anni fa – di offrire Cristo risorto ai vostri concittadini». «Tanti di loro vivono – ha spiegato – nella paura degli spiriti, dei poteri nefasti da cui si credono minacciati; disorientati, arrivano al punto di condannare bambini della strada e anche i più anziani, perchè, dicono, sono stregoni». «Chi può recarsi da loro ad annunciare – si è chiesto – che Cristo ha vinto la notte e tutti quegli oscuri poteri?». Qualcuno obietta che la Chiesa cattolica dovrebbe convivere pacificamente con queste tradizioni rispettandone l’autenticità. Non è di questo parere Benedetto XVI. «Se noi siamo convinti e abbiamo fatto l’esperienza che, senza Cristo, la vita è incompleta, le manca la realtà fondamentale, dobbiamo essere convinti – ha esortato – anche del fatto che non faccia ingiustizia a nessuno se gli presentiamo Cristo e gli diamo la possibilità di trovare, in questo modo, anche la sua vera autenticità, la gioia di aver trovato la vita». «Anzi – ha concluso – dobbiamo farlo, è un obbligo nostro offrire a tutti questa possibilità di raggiungere la vita eterna».