CALVISANO (BRESCIA), 21 MAR – Fino a ieri era uno dei tanti casi di stalking figli di un amore finito, oggi ci si trova di fronte ad un delitto. La vittima è Patrizia Maccarini, 43 anni di Calvisano (Brescia), comune della bassa bresciana. Per l’omicidio è fortemente sospettato un ex fidanzato, da cui si era divisa circa un anno e mezzo fa, e che da ieri è irreperibile. Si tratta di Giuseppe Candido, 40 anni, operaio all’Iveco di Brescia, proprio due mesi fa alla ribalta delle cronache non solo locali per essersi presentato alla stampa come uno dei due fondatori del gruppo Leghista all’Iveco. Lui non si era mai rassegnato e recentemente aveva accusato anche crisi depressive. Nel piccolo paese di 8.000 abitanti, fino a oggi noto solo per la squadra di rugby attualmente campione d’Italia in carica e per la produzione di caviale in cattività, in tanti sapevano dei pesanti strascichi della relazione. “Lui la pedinava, continuava a chiamarla al telefono.
E la minacciava dicendo che se avesse denunciato questa situazione si sarebbe vendicato su di lei e sui suoi genitori. E’ stata una morte annunciata” commentano in via Fratelli Cervi, dove la donna viveva. Proprio nei giorni scorsi Patrizia Maccarini, operaia in un’azienda specializzata nella produzione di motorini elettrici, aveva confidato a un amico d’aver cambiato numero di telefono, usando il tono di chi era stata costretta a farlo. Nel fine settimana, spesso, proprio perché temeva per la propria incolumità, andava a dormire dai genitori, sempre a Calvisano. Il suo corpo è stato trovato disteso sul pavimento, con un piccolo coltello conficcato all’altezza del cuore. Indossava una tuta e una felpa. Secondo i primi rilievi, avrebbe disperatamente cercato di difendersi. Dalle testimonianze raccolte, pare non fosse uscita perché intenzionata a dedicarsi a lavori domestici. I vicini, intorno alle 21 di ieri, avevano sentito il rumore di una porta che sbatteva, i passi di una persona che si allontanava, nient’altro. Alcune ore dopo, la scientifica dei carabinieri, avrebbe trovato solo due piccolissime tracce di sangue sull’ingresso della palazzina in cui la donna viveva. Ma tra la fuga dell’assassino e l’arrivo dei carabinieri sarebbero dovute trascorrere alcune ore. Gli investigatori, infatti, sono venuti a conoscenza di quanto accaduto solo dopo essere stati contattati dalla sorella dell’ex fidanzato della vittima.
La donna era stata infatti chiamata dal fratello che le avrebbe detto: “Ho ucciso Patrizia, voglio togliermi la vita”. Erano circa le due quando i carabinieri sono riusciti ad entrare nell’ appartamento e si sono trovati di fronte al cadavere di Patrizia Maccarini. “L’ha detto, l’ha fatto”, ha commentato il padre della donna, con evidente riferimento alle minacce subite dalla figlia nei mesi passati. Disperato anche Gianluca Arrivabene, che vive nell’appartamento attiguo a quello della vittima. “Ero fuori quando è successo, forse se fossi stato in casa sarebbe andato tutto diversamente. Le liti, però, negli ultimi tempi, erano davvero parecchie”. Ma nonostante tutto ciò, Patrizia Maccarini, non aveva mai trovato la forza per andare in caserma e sporgere denuncia. La preoccupazione di una ritorsione era davvero tanta.
Mario Pari