Polemica sul gadget per la nascita del pdl. Il Professore: «Io l’unico a batterlo, nella bambolina dei leader sconfitti non ci sto»
Il gadget matrioska |
BOLOGNA — No, nella matrioska degli sconfitti da Silvio Berlusconi, Romano Prodi non ci vuole proprio entrare. «E vorrei anche vedere! Sono stato io che l’ho battuto due volte e, se non sbaglio, penso anche di essere stato l’unico a riuscirci. Da dove salta fuori questa storia che io sarei tra gli sconfitti?». Salta fuori dal congresso del Pdl dove circola una sorta di matrioska-gadget raffigurante un Berlusconi che contiene tutti i leader del centrosinistra: dovrebbe essere, nelle intenzioni del parlamentare forzista Giorgio Stracquadanio, che ha lanciato l’idea, una sorta di metafora del cannibalismo elettorale del Cavaliere, capace, come lo stesso premier ha affermato dopo la vittoria elettorale contro Soru, di «mandare a casa in 15 anni sette leader diversi del centrosinistra».
I sette sconfitti, almeno stando all’esegesi del pensiero berlusconiano, dovrebbero essere: Occhetto, Prodi, D’Alema, Amato, Rutelli, Fassino e Veltroni. Ora, a parte la considerazione che le sfide elettorali vinte da Berlusconi sono state solo 3 (con Occhetto nel ’94, con Rutelli nel 2001 e con Veltroni nel 2008), resta il divertito stupore prodiano: «Io cosa c’entro? ». Eh no, il Professore non ci sta a farsi sfilare quella che per gli antiberlusconiani è più di una medaglia. L’ha battuto nel ’96. Ha bissato dieci anni dopo. Ne è orgoglioso, l’uomo dell’Ulivo. E non lo ha mai nascosto. Durante la campagna elettorale del 2006, per spronare i suoi, Prodi ha spesso parlato di «miracolo», di «impresa durissima», consapevole, com’era, della sproporzione mediatica tra lui e l’avversario.
Perfino il Financial Times, all’indomani della vittoria del 2006, parlò del Professore come di «un politico sottovalutato», ma che alla fine portava a casa il risultato. Non ha mai perso un’elezione, Prodi, sin da quando, negli anni Sessanta, si candidò poco più che ventenne al Consiglio comunale di Reggio Emilia, venendo eletto. «Il mio problema, semmai, non sono gli avversari, ma i cosiddetti amici», disse una volta, con riferimento ai vari Bertinotti e Mastella di turno. Un orgoglio amaro nel ricordo delle due vittorie: «Ho vinto, sì, con il Cavaliere, ma per due volte sono stato però mandato a casa. Bella soddisfazione!». Comunque, dice ora stando al gioco, quella matrioska è, e resta, sbagliata: «Se proprio volete saperlo, anch’io ne ho una in casa, che viene dalla Russia: c’è un Prodi grande-grande che contiene un Berlusconi più piccolo e un minuscolo Amato…».
Francesco Alberti