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Il piano Obama per General Motors: una bancarotta «rapida e chirurgica»

 

Titolo a picco in Borsa. indici in rosso A wall Street. Spesa per i contribuenti tra 5 e 7 miliardi di dollari. Fiat-Chrysler: Marchionne verso il ruolo di ad

 

(Afp)

NEW YORK- General Motors rischia la bancarotta, mentre proseguono a ritmo serrato le trattative fra Fiat e Chrysler per chiudere l’alleanza entro la scadenza imposta dall’amministrazione Obama: al centro di colloqui ci sarebbero – secondo indiscrezioni – la struttura proprietaria di Chrysler, un nuovo cda e un nuovo management. Fra le opzioni in esame – secondo quanto riportato da Automotive News – ci sarebbe un coinvolgimento diretto dell’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, nella gestione delle attività di Chrysler, addirittura con il ruolo di ad. La strada verso un accordo fra il Lingotto e la più piccola delle case automobilistiche americane non appare comunque in discesa, con l’assetto proprietario di Chrysler oggetto di complesse negoziazioni fra gli azionisti Cerberus e Daimler e il sindacato United Auto Worker e i creditori.

GM, IPOTESI BANCAROTTA – General Motors ha ancora un mese e mezzo di tempo per presentare un piano di ristrutturazione credibile, ma il governo degli Stati Uniti si sta già preparando a una bancarotta «rapida e chirurgica», nel caso la casa di Detroit non riesca a dimostrare di poter tornare solvibile. In questo caso, la spesa a carico dei contribuenti sarebbe compresa tra i 5 e i 7 miliardi di dollari. Sarebbe questa, secondo numerosi organi di stampa americani, tra cui il New York Times, la soluzione preferita dall’amministrazione Obama per pilotare i destini del colosso automobilistico di Detroit, alla prese con enormi difficoltà finanziarie e nel pieno di tumultuose trattative con gli obbligazionisti e i sindacati dei lavoratori.

LA TASK FORCE – I membri della task force nominata dal presidente americano per il settore automobilistico sono in contatto con il management della casa di Detroit e con i consulenti del gruppo in una fase definita dal quotidiano di Manhattan «preparatoria» al processo di amministrazione controllata (il cosiddetto «Capitolo 11») nel caso in cui, entro il primo giugno, l’azienda non sia ancora riuscita a far quadrare il cerchio con obbligazionisti e sindacati. Lo stesso, Fritz Henderson, nuovo ad della società al posto di Rick Wagoner, silurato proprio da Obama, si è detto pronto alla prospettiva dell’amministrazione controllata.

IN BORSA – La prospettiva della bancarotta del più grande costruttore di auto in America (e fino a un anno fa, prima del sorpasso di Toyota, anche nel mondo) non è stata ben accolta dagli investitori: il titolo di Gm è precipitato sulle Borse americane, con un calo del 16%. A Wall Street, peraltro, gli indici sono partiti male, con il Dow Jones che ha aperto in flessione di quasi l’1%, per poi limare le perdite in prossimità della chiusura con un calo dello 0,52% risalendo sopra quota 8.000 punti (8.041,24). Lo S&P 500 segna -0,06% a 856,02 punti e il Nasdaq composite -0,46% a 1.644,87 punti.

LE TRATTATIVE – Al momento Gm è in trattative con i detentori di bond societari per la conversione di debito in azioni, un’operazione dal valore complessivo pari a 28 miliardi di dollari che allarma i creditori, che temono di perdere parte dei loro investimenti. Alla fine del mese scorso la task force dell’auto di Obama aveva dato 60 giorni a General Motors per elaborare un programma di taglio dei costi e ridurre i propri debiti, così da poter accedere a nuovi prestiti statali. Lo scenario più probabile, in caso di bancarotta pilotata, prevede infatti la divisione degli asset di General Motors tra una «good company» e una «bad company» che si accollerebbe i marchi privi di mercato e i debiti legati al piano sanitario per i dipendenti. Secondo il Wall Street Journal, gli obbligazionisti di General Motors stanno già preparando un’azione legale nel caso il governo presenti un piano che possa danneggiare i loro investimenti.

Il piano Obama per General Motors: una bancarotta «rapida e chirurgica»ultima modifica: 2009-04-13T22:35:51+02:00da
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