Resta intanto nelle mani della pirateria il rimorchiatore italiano Buccaneer con 16 persone di equipaggio, tra i quali 10 connazionali, sequestrato l’altro ieri nel Golfo di Aden. Al momento l’imbarcazione si troverebbe, alla fonda, di fronte alla costa somala, a circa 10 miglia dal villaggio di Las Qoray nel nord del paese e non sarebbero giunte richieste di riscatto.
L’equipaggio sta bene, secondo le ultime informazioni disponibili raccolte da fonti della Micoperi di Ravenna, la societa’ armatrice del rimorchiatore italiano. Sulla vicenda vige comunque lo ”stretto riserbo” della Farnesina per agevolare la positiva soluzione della vicenda: la situazione e’ stata ieri al centro di una riunione interministeriale all’Unita’ di Crisi del ministero degli Esteri, per mettere a punto le attivita’ di coordinamento.
Anche, ”in prospettiva, con le autorita’ del governo di transizione somalo”, ha precisato lo stesso ministero ieri pomeriggio. Ci saranno ritorsioni, annunciano intanto i pirati, contro gli Usa: ”Intensificheremo i nostri attacchi, anche lontano dalle acque somale e la prossima volta che avremo a che fare con gli americani spero che nessuno si attenda pieta’ da parte nostra”, hanno fatto sapere.
Per verificare la situazione sul terreno e’ giunto oggi in Somalia il parlamentare Usa Donald Payne. Il deputato democratico, esperto d’Africa, e’ giunto a Mogadiscio su un piccolo aereo insieme al ministro degli Esteri somalo, Mohamed Abdullah Omaar ed ha incontrato esponenti del governo. La visita, notano alcune fonti, ha avuto lo scopo di dimostrare che sul blitz compiuto ieri dalla marina Usa vi sia sintonia tra Washington e il governo di Mogadiscio.
Fonti della flotta americana nell’area sottolineano comunque che l’operazione di ieri – a 48 ore di distanza da un altro blitz, compiuto dai soldati francesi per liberare i passeggeri di uno yacht – accresca il pericolo che i pirati adottino per il futuro metodi piu’ violenti. ”Sono molto contento che il capitano Phillips sia stato liberato”, ha intanto commentato il presidente Usa, Barack Obama, dopo l’intervento dei militari, da lui stesso autorizzato. ”Siamo determinati – ha aggiunto – a fermare l’insorgere della pirateria nella regione: dobbiamo continuare a lavorare con i nostri partner per prevenire attacchi futuri” ed ”essere preparati a impedire atti di pirateria”.