La donna è rimasta tutto il giorno in stato confusionale, Senza mai smettere di piangere. Una trentenne denuncia lo stupro: erano le otto del mattino. Ferita e sotto choc: «E’ stato un incubo»
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I giardini pubblici di via Palestro, in pieno centro |
MILANO – E’ entrata nel bar in lacrime. Tremante. Con i pantaloni leggermente abbassati. E, con un filo di voce ha continuato a ripetere: «Aiutatemi, datemi una mano, mi hanno violentata». E’ l’invocazione di una donna di 30 anni, di Milano, aggredita alle otto di mattina di giovedì all’interno dei giardini di via Palestro, in porta Venezia. Immediato è scattato l’allarme. Il titolare del locale ha avvertito i carabinieri che, dopo aver soccorso e accompagnato la vittima alla Mangiagalli, hanno raccolto la sua denuncia. Un vero incubo che la donna ha in parte rimosso. E’ rimasta per l’intera giornata in stato confusionale. Senza mai smettere di piangere. Sul corpo diversi graffi e alcuni tagli superficiali sul petto, sulle braccia e sulla pancia, «compatibili con una lametta o un con un punteruolo».
«Ho attraversato il parco — è il racconto che la donna fa ai detective dell’Arma — perché dovevo sbrigare alcune commissioni. All’improvviso mi sono sentita afferrare alle spalle. Stringere fino a farmi mancare il fiato. Quell’uomo mi ha graffiato il petto. Ho sentito dolore, ma ero come paralizzata e sono svenuta ». Quando si riprende, sotto una pioggia battente, ha i pantaloni in parte abbassati ed è ferita. Intorno non vede nessuno. Raccoglie le forze e si rialza. Afferra i jeans con una mano, tirandoli su come può. E cammina lentamente, come un’automa. Con la testa piena di pensieri e di paura. Non riesce ad urlare. Quando vede il bar, entra e chiede aiuto.
Adesso i carabinieri cercano di comporre il mosaico di un’aggressione forse terminata in stupro. Sarà il referto dei medici della clinica Mangiagalli che darà la certezza di una violenza sessuale. La donna non collabora né con gli investigatori, né con i parenti che nel pomeriggio di ieri sono andati a trovarla. Nonostante il maltempo il parco era discretamente illuminato. Qualcuno non aveva rinunciato al jogging. Altri erano con il cane a fare il giretto. Ma nessuno ha visto, né sentito. Come nell’ottobre del ’95, in pieno giorno, quando due sconosciuti bloccarono una donna di 33 anni all’uscita dei giardinetti e la sequestrarono per poi violentarla in una baracca vicino Porta Garibaldi. La vittima riuscì a scappare e a farli arrestare: due romeni, clandestini, con precedenti penali.
Michele Focarete