NEI GIORNI SCORSI HA CARICATO 140 CLANDESTINI IN DIFFICOLTÀ. A bordo 35 donne, due incinte, il corpo di un’immigrata e 13 uomini dell’equipaggio. Portati mille litri d’acqua
Il mercantile turco Pinar fermo nel Canale di Sicilia (Ansa) |
PALERMO – È ancora fermo a sud di Lampedusa il mercantile turco Pinar, oggetto di una contesa diplomatica tra Italia e Malta dopo che giovedì ha salvato 140 migranti in balìa del mare su due barconi nel Canale di Sicilia. Asik Tuygun, il comandante, vuole sapere quale sarà la sorte dei 13 membri dell’equipaggio e degli extracomunitari salvati (tra i quali 35 donne, due incinte), dato che entrambi i Paesi gli negano l’autorizzazione all’approdo. I viveri sono sempre più scarsi e le condizioni igieniche precarie rendono allarmante la situazione a bordo, come aveva denunciato sabato l’armatore. Su una scialuppa trainata dal cargo c’è il cadavere di un’immigrata: incinta, era già morta quando è stata portata sulla nave.
MEDICO A BORDO – Domenica mattina una motovedetta della Guardia costiera partita da Lampedusa ha raggiunto il Pinar e ha fatto salire a bordo un medico, un infermiere e militari della Capitaneria per controllare la situazione sanitaria e le condizioni di vivibilità dei migranti. Le condizioni meteo sono critiche e il mare è forza 4. Sul cargo sono stati portati mille litri di acqua. Nel pomeriggio un elicottero tenterà di consegnare anche dei pasti caldi. Secondo la Guardia costiera la situazione «non è preoccupante: gli immigrati stanno bene, certo un po’ provati. Tutto è sotto controllo e anche sabato i medici hanno detto che non c’è nessuno in condizioni tali da dover essere portato sulla terraferma. In ogni caso continueremo le verifiche».
MARONI: «MALTA SCORRETTA» – Sulla vicenda è intervenuto il ministro dell’Interno Maroni: «Non lasceremo che la situazione umanitaria, che ora è assolutamente sotto controllo, degeneri» ha assicurato in un’intervista all’Avvenire. Il responsabile del Viminale non risparmia però critiche al governo di Malta colpevole, a suo dire, di un’applicazione «scorretta e censurabile» degli accordi internazionali ed europei. «Per ora gli ospiti della nave sono al sicuro – dice Maroni -. Se dovessero accadere dei fatti nuovi è chiaro che non lasceremo quelle persone in balìa del mare. C’è già pronto un piano per portare la nave in un porto della Sicilia. Attualmente però non c’è alcuna emergenza. Non è vero che manchino l’acqua e i viveri, perché le nostre motovedette e i nostri elicotteri hanno provveduto. Né che ci siano persone con gravi problemi di salute a bordo o donne in stato interessante, dato che queste persone sono state già trasferite nei nostri ospedali. Un’equipe medica è a bordo e in ogni caso i nostri uomini sono lì, attorno alla nave, pronti a intervenire per qualunque evenienza».
ZONE DI COMPETENZA – «Le acque internazionali del Mediterraneo sono divise in zone di competenza per quanto riguarda l’attività di soccorso e salvataggio – continua il ministro – ed è stata la stessa Malta a chiedere, visto che l’Ue finanzia queste operazioni, di avere un’area di competenza molto estesa, che arriva fin sotto a Lampedusa. Allora bisogna chiedersi: è normale che un Paese che ha la responsabilità del soccorso nella zona di mare di sua competenza, poi faccia sbarcare i clandestini nel porto di un’altra nazione? Io credo che se uno Stato prende dei finanziamenti per un’azione di salvataggio debba portare il compito fino in fondo: portando, per dirla tutta, i naufraghi alla Valletta e non a Lampedusa». Il responsabile del Viminale annuncia di aver chiesto al commissario Ue per la Sicurezza, dopo aver parlato con Berlusconi e Frattini, «una riunione urgente del Consiglio dei ministri dell’Interno per definire una volta per tutte questa annosa questione». «La Commissione Europea deve agire da arbitro e dare una interpretazione definitiva del testo degli accordi – conclude – e cominciarsi ad occuparsi finalmente anche di Mediterraneo, visto che quest’area non è destinataria delle sue principali attenzioni». Per il capogruppo alla Camera della Lega Roberto Cota, intervistato dal Corriere della Sera, la contesa tra Italia e Malta sulla nave Pinar «è l’occasione giusta per risolvere il problema con La Valletta, che deve assumersi le sue responsabilità e accogliere i clandestini».
MALTA: «LA UE CI APPOGGI» – Il primo ministro maltese Lawrence Gonzi ha detto di «pretendere l’appoggio della Ue nella questione della Pinar». «La procedura di soccorso effettuata da Malta è sempre stata la stessa – ha dchiarato -. Abbiamo coordinato tutto come vuole la prassi in situazioni come queste. Ma il porto più vicino è Lampedusa, dunque devono essere trasferiti lì. Malta sopporta l’enorme peso del fenomeno dell’immigrazione clandestina. Questo è un problema della Ue e adesso tocca all’Unione appoggiare Malta in questa situazione».