Azionista e appassionato, sabato era all’Olimpico con la fidanzata. L’illustre tifoso bianconero: «Cori ingiusti, Mario scorretto»
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Lapo Elkann (a sinistra) allo stadio olimpico durante Juve-Inter (LaPresse) |
MILANO — Ha lasciato la giacca scozzese bianconera e i jeans strappati, perfetti per un sabato sera nel privé dell’Olimpico con la fidanzata Bianca e il fratello John, a Torino. Oggi Lapo Edovard Elkann è vestito da ambasciatore della Triennale di Milano, dalla bolgia del calcio al silenzio ovattato dell’arte moderna. Senza dubbio preferirebbe commentare l’allestimento del museo del design, però Juve-Inter è ancora incandescente due giorni dopo, l’eco di quei venticinquemila insulti razzisti lontana dallo spegnersi e una certa juventinità congenita dell’ambasciatore, quel segno particolare che si è trovato stampato 31 anni fa sull’atto di nascita, autorizzano un cambio, improvviso, di soggetto.
Lapo, lei, torinese e juventino, era all’Olimpico. Confessi: cosa ha pensato alla prima, alla seconda, alla terza, all’ennesima bordata di insulti a Balotelli?
«Ero dispiaciuto. Per lui, perché un ambiente del genere non porta serenità al match. E per me personalmente, da uomo e da tifoso, perché tutti a questo mondo abbiamo il diritto di essere messi in condizione di competere lealmente».
Belle parole. Però da quel far west sono uscite una brutta partita e una brutta figura.
«Io dico che non ci può essere amore tra Juventus e Inter. Parlo da tifoso, non da azionista bianconero. Non è strutturalmente possibile. E tutti sappiamo perché».
Scontate ancora i postumi del fallo di Iuliano su Ronaldo?
«Tra Juve e Inter ci può essere rispetto, che è doveroso in qualsiasi competizione e in qualsiasi combattimento, di business o di sport. Ma tutti sanno perché tra Juve e Inter non può esserci amore. E noi bianconeri lo sappiamo meglio di loro, perché siamo andati in B».
Nel calcio non si prescrive proprio nulla, vero?
«Se lo vince, e ribadisco se lo vince, per me questo sarà il primo scudetto dell’Inter di Moratti. L’ha detto anche Mourinho».
Ma Balotelli cosa c’entra?
«Balotelli c’entra perché sul campo non mi è sembrato un professionista. Mi è sembrato un giocatore scorretto. Legrottaglie dopo la partita ha parlato chiaro. E’ giovane, ha 18 anni e da giovani si è focosi e irruenti, si possono commettere tanti errori e io ho titolo per dirlo perché ne ho commessi anch’io. Ma qualsiasi calciatore potrebbe confermare che Balotelli è scorretto».
I tifosi, però…
«All’Olimpico sabato sera è successo qualcosa di ingiusto e indegno. La pelle non conta, bianca o nera è la stessa identica cosa. Anzi, riuscire per chi è di colore è tre volte più difficile rispetto a chi non lo è, nello sport e nella vita. Questa è la realtà dei fatti, togliamoci il prosciutto dagli occhi».
Non sembra un alibi per Balotelli, però.
«Che è un gran giocatore, lo ammetto, però ha i suoi difetti. Scorretto, ma di altissima qualità. Io credo che se avrà un’educazione sportiva e umana all’altezza del suo enorme potenziale, Balotelli farà una strepitosa carriera. Lo dico da italiano, non certo da juventino. Mi farebbe piacere per l’Italia e per l’Inter».
Mourinho è l’educatore appropriato?
«Non lo so e non mi interessa. A me interessa solo la Juve. Balotelli non è un problema mio».
Resta la sanzione di una partita a porte chiuse per la Juve.
«Un’assurdità, perché Balotelli è fischiato ovunque, capita ogni domenica anche a Sissoko e prendono la Juve come capro espiatorio. Questo mi dà fastidio».
E i cori per novanta minuti non le hanno dato fastidio?
«Non c’era bisogno dei cori. Gli insulti sono inutili, sviliscono gli uomini e il calcio. Sono cattivi esempi per i giovani. Sono un segnale di carenza di stile, cuore e umanità. Balotelli, Vieira, Seedorf, il nostro Sissoko: a tutti capita di riceverne. E poi, ai fini del risultato, non servono. La Juve ha dimostrato di poter pareggiare anche con un uomo in meno. C’era molto nervosismo, sul campo e fuori. Tra le tifoserie di Juve e Inter c’è troppo odio: i rancori sportivi non li scuso, però li capisco».
Torino è una città razzista?
«Se si vuole fare polemica su Torino, non ci sto. È una città di grande creatività e apertura e l’ha dimostrato ospitando l’Olimpiade, dove c’era tutto il mondo. I cori razzisti non ci sono solo a Torino e la Juve è una squadra multirazziale. Anche se più italiana dell’Inter».
Balotelli un domani alla Juve. È ipotizzabile?
«È ipotizzabile Balotelli un domani nella nazionale italiana. Mi piacerebbe. Va tutelato. Lo dico da amante del bel calcio».
Gaia Piccardi