Polemica tra l’ad Marchionne e il responsabile Ue all’Industria. Tremonti: silenzio è d’oro. Verheugen: «Dove sono i soldi per comprare Opel?». Duri il ministro e Confindustria: «Interferenza grave»
Il commissario Ue Guenter Verheugen |
TORINO – L’interesse di Fiat per la casa tedesca Opel diventa un caso politico. Alle parole del commissario Ue all’Industria e vicepresidente dell’esecutivo europeo, il tedesco Guenter Verheugen, che ha definito Fiat un gruppo «altamente indebitato» e si è chiesto dove Torino «trovi di soldi» per operazioni così importanti, hanno prima risposto l’ad del Lingotto, Sergio Marchionne, e poi il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il leader degli industriali italiani, Emma Marcegaglia, che hanno parlato di «grave interferenza» e hanno fatto salire ulteriormente la tensione nel triangolo che va da Bruxelles, a Torino fino a Roma.
TENSIONE BRUXELLES-TORINO – Il commissario Ue aveva espresso forte scetticismo rispetto alle indiscrezioni sul possibile interesse di Fiat per la tedesca Opel: «Dove trovano i soldi?», si è chiesto il commissario europeo. Stizzita la replica di Sergio Marchionne, ad della Fiat: «Dal commissario responsabile per l’impresa e l’industria mi sarei aspettato un dialogo costruttivo con i produttori europei per risolvere i problemi che stanno impattando negativamente sull’industria invece di sentenze di morte, scegliendo unilateralmente chi debba sopravvivere».
«TROPPI DEBITI» – Il Commissario Verheugen, parlando a una radio tedesca, ha definito Fiat un gruppo «fortemente indebitato». E si è chiesto «dove questa società trovi i mezzi per portare avanti allo stesso tempo due operazioni di questo genere», riferendosi al progetto di ingresso nel capitale dell’americana Chrysler e del pacchetto di maggioranza della tedesca Opel. In ogni caso, ha concluso Verheugen, anzitutto «provo un senso di sorpresa»: la Fiat è un concorrente diretto della Opel ed «è un costruttore d’auto europeo che non gode della salute migliore».
FRATTINI – Parole che hanno fatto infuriare il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, che ha parlato di «inaccettabile interferenza» e ha mostrato «viva sorpresa» per le dichiarazioni del commissario: si tratta, ha detto Frattini, di una «interferenza nelle scelte industriali di soggetti privati, tanto più inaccettabile in quanto una delle aziende in questione è della stessa nazionalità del vice presidente della Commissione». E Frattini è andato anche oltre: «Spero che il presidente della Commissione» europea, Josè Manuel Durao Barroso, «vorrà smentire» le «improprie dichiarazioni» del vicepresidente.
SCAJOLA – Sul caso è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che ha giudicato «inaccettabili e del tutto fuori luogo» le parole del commissario Ue. «Capisco – ha detto il ministro – che per un politico tedesco può essere fastidioso dover accettare l’aiuto di una impresa italiana come Fiat per salvare un’impresa tedesca, ma quelle dichiarazioni sono inaccettabili e del tutto fuori luogo».
MARCEGAGLIA – «Se quello riportato corrisponde a quanto effettivamente detto dal commissario Ue, credo sia un atteggiamento grave, che in un certo senso distrugge l’Europa», ha inoltre commentato il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Questo rappresenta il «caso in cui a dichiarazioni altisonanti contro il protezionismo corrispondono poi atteggiamenti che proteggono le aziende del proprio Paese», ha aggiunto Marcegaglia, rispondendo a una domanda nel corso della conferenza stampa al G8 delle imprese a Santa Margherita di Pula, in provincia di Cagliari.
FIAT: NESSUNA OFFERTA – Polemiche a parte, il Lingotto ha smentito che sia stata predisposta un’offerta per la casa tedesca: «Fiat – recita una nota del gruppo emessa su richiesta della Consob – non ha al momento predisposto alcuna offerta per l’acquisizione di quote di partecipazione in Opel». «È peraltro noto – si legge nel comunicato – che nell’attuale contesto competitivo la società, così come gli altri concorrenti, esamina ogni opportunità delle più varie forme di accordi per ottenere sinergie produttive e accedere a nuovi mercati».
TREMONTI: ACCORDO CON CHRYSLER FANTASTICO – «Il silenzio è d’oro» è invece la risposta di Giulio Tremonti al commissario Ue. L’ipotesi Opel è stata indirettamente bocciata anche dal ministro dell’Economia, che ha dichiarato che un accordo con l’emericana Chrysler «sarebbe una cosa fantastica». A Washington per il G7 finanziario, il ministro è stato intervistato dal Tg3 e ha detto che il Canada «vede molto bene l’accordo con Fiat e lo vediamo bene anche noi. Un accordo avrebbe un grande effetto positivo… Dopo che ci hanno sempre detto che le nostre macchine partono a spinta».
VERHEUGEN: QUESTIONI APERTE – Dopo la secca risposta dell’ad del Lingotto, il commissario Ue aveva voluto controreplicare, smentendo di essere contrario a un possibile interesse della Fiat per la tedesca Opel. Ma – ha aggiunto – «esistono ancora troppe questioni aperte». Verheugen ha precisato di non avere avuto intenzione di «essere scortese», ma che sulla potenziale operazione vorrebbero «saperne di più». Per poi concludere: «È ancora troppo presto per giudicare», ha concluso.
CHRYSLER VERSO BANCAROTTA PILOTATA – Intanto, Chrysler si starebbe preparando a chiedere la protezione dai creditori già la prossima settimana, che venga raggiunta o meno un’alleanza con Fiat. Secondo il Wall Street Journal il ricorso al «Chapter 11», cioè a una procedura di bancarotta pilotata, permetterà a Chrysler di liberarsi di alcune voci di bilancio in passivo, permettendo così a Fiat di scegliersi le parti più appetitose e redditizie della casa automobilistica.