Il blitz nel casertano in un impianto «verde». Perquisito l’ufficio dell’assessore regionale Cozzolino che ha ricevuto un’informazione di garanzia
La centrale di Pignataro
CASERTA – Centrale pulita, ma affari sporchi. Ventitré arresti, bufera in Regione Campania, perquisizione negli uffici dell’assessore regionale Andrea Cozzolino (che potrebbe essere candidato dal Pd alle Europee), in manette anche tre suoi strettissimi collaboratori.
COZZOLINO «AVVISATO» – L’assessore alle Attività produttive Cozzolino (Pd), ha anche ricevuto un avviso di garanzia. Il provvedimento, si apprende, è stato notificato come atto dovuto per poter eseguire la perquisizione dell’ufficio alla Regione Campania.
OPERAZIONE BIOPOWER – Un ciclone innescato da un’inchiesta sulla società «Biopower» interessata alla costruzione di una centrale a biomasse a Pignataro Maggiore (Caserta). Nell’inchiesta sono stati effettuati 23 arresti (14 in Campania, 4 in Lazio, 3 in Emilia e 2 in Lombardia) su ordine della procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere per reati che vanno dall’associazione per delinquere alla truffa, al falso alla corruzione. Ai domiciliari è finito un ex assessore del Pd della provincia di Caserta, Franco Capobianco.
LA CENTRALE «PULITA» – La vicenda riguarda la costruzione di una centrale a biomasse nel territorio del comune di Pignataro Maggiore, una decisione che aveva provocato le proteste della popolazione di quel comune e dei circostanti. A voler realizzare l’impianto due imprenditori laziali, Renzo Bracciali e Gianpiero Tombolillo che avevano costituito tre società la «Biopower spa», la «Natural Energy srl« e la «Energethic srl», intessendo – a detta della Procura – una «fitta rete di rapporti di favoritismo e di corruttela con funzionari e amministratori pubblici».
Per instaurare poi i rapporti e poter svolgere attività contabili (secondo la procura si tratterebbe di tangenti) i due avevano anche costituito una società con sede a San Marino. Il giro di corruzione, promesse e denaro, secondo il procuratore capo di Santa Maria, Corrado Lembo, aveva molte facce: per poter realizzare la centrale i due imprenditori avevano promesso a un funzionario dell’assessorato alle attività produttive, Vincenzo Guerriero, di inserire il figlio nel team di progettazione. Mentre un altro funzionario dello stesso assessorato, Fulvio Scia, avrebbe ricevuto dai due imprenditori 25.000 euro l’anno per fornire «soffiate» utili ad orientare le strategie imprenditoriali.
Nel giro era finito anche Eugenio Di Santo, coordinatore della segreteria particolare dell’assessore Andrea Cozzolino che, oltre a rilevare in maniera irrituale i nominativi dei funzionari che curavano le istruttorie, aveva anche fatto in modo di far incontrare i due imprenditori con l’assessore. La Finanza avrebbe accertato il pagamento di 140 mila euro a Di Danto come compenso per queste «prestazioni».
SPONSOR ALLA SOCIETA’ DI CALCIO – Anche altri imprenditori locali sono entrati nell’affare, come «plenipotenziari» di Bracciali e Tombolillo. Così Giovanni e Tommaso Verrazzo (residenti a Capua) hanno fatto da intermediari sia con Francesco D’Alonzo consigliere comunale di Pignataro, sia con l’ex assessore provinciale del Pd Franco Capobianco. Il consigliere comunale avrebbe avuto in cambio del suo interessamento sponsorizzazioni per la sua squadra di calcio, la Sc Pignataro Calcio. Così avrebbe espresso voto favorevole alla costruzione della centrale nel corso della conferenza di servizi. Franco Capobianco avrebbe invece fatto pressione su Francesco Cuccaro, consigliere comunale del Pd per cercare di fargli smettere le proteste che aveva organizzato contro questo insediamento. Poi c’è il Genio civile di Caserta: anche in questo caso sarebbero stati i due imprenditori locali a fare pressione su Michele Testa e Mario Pasquariello per ottenere favori e agevolazioni in cambio di denaro. I due funzionari avrebbe fatto risultare conformi alle normative antisismiche i progetti presentati. Per loro, sostiene l’accusa, sarebbero stati prelevati 100mila euro dalla tramite la società di San Marino.
EOLICO – Non è stata solo la centrale di Pignataro a sollecitare le mire del gruppo. Un altro funzionario dello stesso assessorato, Giuseppe Ragucci è stato arrestato e messo ai domiciliari per una serie di autorizzazioni concesse per la costruzione di un parco eolico a San Bartolomeo in Galdo nel Beneventano. Il tutto per ottenere un contributo dalla regione Campania di 6 milioni e 800 mila euro che poi non è stato erogato perché i due imprenditori hanno optato per altre agevolazioni ( i cosidetti «certificati verdi»).