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Marco e un Ovi tutto da covare

 

Prendete 10 giovani da tutto il mondo con un’idea in testa. Chiudeteli per 24 ore in una stanza piena di programmatori. Shakerate il tutto, aprite la stanza, vedete quel che ne viene fuori e proclamate il vincitore. Un nuovo reality? No, è un concorso d’idee lanciato da Nokia per realizzare un “widget” (una mini-applicazione) sul nuovo N97 (in arrivo a giugno).

Tra i finalisti (su 1.400 candidati iniziali) c’è un giovane italiano, il 24enne Marco Lobb, che a Montecarlo è impegnato nella 24 ore di cui sopra (una “hackathon” come la chiamano, una “hacker marathon”) per inseguire il sogno del primo premio. Che varrebbe un po’ di soldini (circa 50 mila fra premi e contanti, da dividere con i programmatori) ma anche un posto in prima fila nell’Ovi Store, il negozio di applicazioni online dei finnici, che sulle orme del grande successo dell’App Store della Mela, è pronto ad aprire bottega a maggio.

Marco, cognome inglese ma siracusano al 100% (“Il mio trisavolo era un diplomatico britannico di stanza in Sicilia, per via della vicina Malta”), si è laureato da poco in Ingegneria gestionale a Torino e ha avuto un’idea che riassume molti dei concetti del web 2.0 e dei servizi di geolocalizzazione resi possibile dagli smartphone con Gps a bordo. Si chiama “Shopping List” ed è la versione XXI secolo del fogliettino della spesa: si inseriscono sul cellulare le cose da comprare (pane, latte, etc) o da fare (abiti in tintoria, etc) e il telefonino, grazie al Gps e alle mappe precaricate, ci ricorda che stiamo passando vicino a un negozio della tipologia che ci interessa. Un bell’aiuto agli smemorati o a chi è sempre di corsa.

Con l’aiuto di un team finnico e di uno sloveno (in competizione tra loro), Marco dovrà tradurre in realtà il suo spunto: “E’ più complicato di quel che pensavo, perché mancano i database. In Italia c’è Paginegialle che ha fatto un accordo con Google, e quindi i negozi sono già “mappati”, ma non per tutti i Paesi esteri è così”. Una severa giuria di esperti, della quale fanno parte anche i più alti dirigenti del colosso finlandese, decreterà il suo verdetto al termine della “hackathon”. Male che vada, a Marco (che lavora nella divisione informatica di una società di psicoterapia) resterà una bella esperienza. E a noi italiani per lo meno l’orgoglio di essere sempre in prima fila quando si parla di creatività.

Marco e un Ovi tutto da covareultima modifica: 2009-04-29T01:02:39+02:00da
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