Nuovo assalto a circa 300 miglia a sud di Mogadiscio. La nave è stata avvicinata da un barchino ma è riuscita a sventare l’attacco con delle manovre diversive
![]() |
La Jolly Smeraldo |
ROMA – Dopo l’attacco fallito nei giorni scorsi alla nave da crociera Melody della Msc Crociere, anche un mercantile italiano, il Jolly Smeraldo, della Compagnia Messina di navigazione, è sfuggito a un attacco di pirati mentre si trovava 300 miglia a sud-est di Mogadiscio. La nave è stata avvicinata da un barchino con sette persone a bordo ma è riuscita a sventare l’attacco con delle manovre diversive. A bordo ci sono 15 italiani; gli altri nove sono dell’est europeo. Lo hanno confermato fonti della compagnia, che hanno anche precisato che i marinai hanno già potuto comunicare con le proprie famiglie e tranquillizzarle. Il comandante della portacontainer è Domenico Scotto Di Perta, di Procida (Napoli). La Jolly Smeraldo, una portacontainer ro-ro da circa tremila tonnellate, era partita da Mombasa, in Kenya, ed è diretta a Jeddah, in Arabia Saudita, dove è attesa il 6 maggio prossimo. Il 15 maggio rientrerà a Genova.
I PIRATI HANNO SPARATO – I pirati hanno anche sparato colpi d’arma da fuoco contro la nave, ma non ci sono stati feriti tra i 24 componenti dell’equipaggio. È quanto si apprende dal Comando generale delle Capitanerie di Porto, che ha ricevuto l’allarme.
IL COMANDANTE: «MOMENTI DI PAURA» – «Abbiamo avuto paura, certo, ma siamo riusciti a metterci in salvo» ha spiegato il comandante Domenico Scotto Di Perta. L’equipaggio ha individuato sul radar un barchino in una zona. I pirati sono poi arrivati a una distanza di meno di 100 metri, ben visibili: «abbiamo aumentato la velocità e azionato le manichette antincendio come deterrente a un eventuale abbordaggio». Il barchino ha iniziato l’inseguimento, «correvano veloci, ci hanno sparato addosso senza procurare danni alla nave. Poi, quando hanno visto la nostra tenacia hanno lasciato stare. Sono stati quindici minuti molto difficili ma l’equipaggio ha risposto in maniera eccellente».