Il rapinatore, ferito da tre colpi di pistola, è ancora ricoverato. Il 16 aprile scorso il gioielliere di Cinisello aveva reagito a un tentativo di rapina nel suo negozio
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Remigio Radolli (Photomasi) |
MILANO – «Sono sempre quello di prima, che si tratti di un atto dovuto o meno». A parlare è Remigio Radolli, il gioielliere aggredito brutalmente, nei giorni scorsi, nel suo negozio di Cinisello Balsamo da un rapinatore albanese contro il quale reagì colpendolo con un colpo sparato dalla sua calibro 22. La notizia che la magistratura di Monza gli ha inviato un avviso di garanzia, nel quale si ipotizza il reato di «eccesso colposo di legittima difesa» non lo ha scosso più di tanto.
«Sui fatti di quella giornata abbiamo deciso d’accordo con gli inquirenti di non dire nulla, ma mi sento tranquillo, ho fiducia nel lavoro che sta conducendo la dottoressa» dice il 59enne Radolli, riferendosi al sostituto procuratore di Monza Stefania Di Tullio, titolare dell’inchiesta. Anche il difensore del commerciante, l’avvocato Fabio Gerolimetto, tende a spegnere sul nascere le polemiche che potrebbero nascere dalla notizia dell’iscrizione del suo cliente nel registro degli indagati. «Si tratta di un atto dovuto, se proprio doveva essere formulata una contestazione nei confronti del mio assistito questa è la più equilibrata possibile. Abbiamo sempre sostenuto che c’è stata legittima difesa, e siamo convinti che anche gli inquirenti concluderanno in questo senso». Radolli aveva riportato una ferita lacero contusa alla testa e un paio di costole incrinate. Il rapinatore, ferito da tre colpi di pistola, è ancora ricoverato.
F.Be.