Per i media tedeschi, però, l’offerta per Opel sarebbe troppo bassa. Si formebbe gruppo con fatturato di 80 miliardi di euro. Metalmeccanici tedeschi: no al Lingotto
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Sergio Marchionne (Afp) |
TORINO – Se la fusione con Opel dovesse andare in porto, il Gruppo Fiat è pronto a valutare varie operazioni societarie, compreso lo spin-off di Fiat Group Automobiles in una società quotata che ne unisca le attività con quelle di General Motors Europe. È quanto si legge in una nota del gruppo, al termine del consiglio di amministrazione che si è riunito domenica. Oggi l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, si recherà a Berlino per incontri con ministri del governo tedesco proprio per parlare della fusione con Opel e lo stesso presidente Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, ha affermato che «Opel sarebbe il partner ideale».
80 MILIARDI – Se l’operazione verrà finalizzata, si creerebbe un gruppo automobilistico con un fatturato di 80 miliardi di euro. «Obiettivo di tutte queste operazioni è quello di assicurare il miglior sviluppo strategico del settore automobilistico», si legge nella nota del Lingotto. Secondo alcuni organi d’informazione tedeschi, però, l’offerta che lunedì avanzerà Marchionne sarebbe inferiore a 1 miliardo di euro, molto più bassa di quanto richiesto da GM.
NO DAI METALMECCANICI TEDESCHI – Il sindacato dei metalmeccanici tedeschi, Ig Metall, ha detto che una simile operazione indebolirebbe il marchio Opel, mettendo a rischio la sopravvivenza degli impianti e migliaia di posti si lavoro. «L’esperienza dimostra che queste due società non contribuiscono niente l’una all’altra», ha detto al quotidiano Tagesspiegel il responsabile della Ig Metall di Francoforte e membro del consiglio di sorveglianza di Opel, Armin Schild. Secondo il sindacalista, con la Fiat il marchio Opel verrebbe indebolito e il «dominio sulla Opel non finirebbe, ma verrebbe soltanto trasferito da Detroit a Torino». Per Schild, quindi, «sarebbe solo questione di tempo»: ne soffrirebbero sia l’organico della casa automobilistica tedesca, sia gli impianti. «Se la Fiat entrasse nella Opel, temo che le prime vittime sarebbero gli impianti di Bochum con 5 mila lavoratori, e di Eisenach con 2 mila».